LA CHIUSURA
Oncologia, cancellati tutti i posti letto
Solo terapie, la degenza si concentra a Gallarate

Basta posti letto per i malati di tumore all’ospedale di Busto. Avranno più servizi, orari potenziati per visite e terapie, ma la degenza non sarà più un’opzione per chi affronta il calvario della malattia.
Dovrà rivolgersi a Gallarate (dove i letti saliranno a 24) oppure a una clinica privata se la permanenza a casa non sarà più possibile. La scelta definitiva non è stata ancora presa. Ma sarebbe una sorpresa enorme se fra qualche settimana ci fosse un ripensamento e tutto tornasse com’era un paio di anni fa, prima che la riorganizzazione dell’azienda sanitaria – nel sempre più critico equilibrio fra personale a disposizione ed esigenze di salute – cominciasse a tagliare tutto.
Prima è saltato un piano intero, ora – dopo la “classica” chiusura di agosto – è saltato tutto il reparto. Senza annunci, se non fosse che da Gallarate l’ex assessore Cinzia Colombo ha lanciato l’allarme, a nome del Comitato per il diritto alla salute del Varesotto, per far sapere che «il d.g. dell’Asst gioca brutti scherzi» perché, «dopo avere annunciato le chiusure di alcuni reparti per il periodo estivo, lasciando intendere che a settembre avrebbero potuto non riaprire, dopo avere fatto qualche passo indietro, garantendone la riapertura, ora ci riprova».
E in particolare spiega che «i posti letto dell’Oncologia di Busto sono stati rideterminati a zero. Con i pazienti costretti a rivolgersi altrove, soprattutto in cliniche private».
Colombo se la prende coi sindaci Emanuele Antonelli e Andrea Cassani «il cui unico interesse pare sia variare i Pgt, in funzione delle possibilità edificatorie legate alla costruzione dell’ospedale unico». Già, perché è la struttura del futuro, disegnata a Beata Giuliana, forse pronta fra sei o sette anni, a muovere i primi passi anche dentro gli ospedali attuali, con riorganizzazioni che considerano le strutture già un unicum, per cui quello che si fa da una parte si può non fare (o fare in parte) nell’altra.
Colombo non ha dubbi: «Ci spiace avere ragione. Ma è ormai evidente che si vuol ridimensionare la sanità pubblica, a favore di quella privata». Pure Margherita Silvestrini, referente sanitaria del Pd, è allarmata: «È una scelta unilaterale, non condivisa, addirittura tenuta sotto traccia se non fosse stato per il Comitato. Purtroppo si continuano a fare maxi-progetti senza considerare le necessità dei cittadini, senza confrontarsi, distruggendo ciò che esiste in vista di qualcosa che forse si farà e non è detto che funzionerà».
L’Asst, con una nota, cerca di dare un’altra lettura: «L’eventuale scelta di individuare Gallarate quale sede unica per l’attività di degenza ordinaria, per la quale verrà ampliato il contingente di posti letto, è da intendersi passaggio organizzativo fondamentale al fine di continuare a garantire al cittadino i migliori percorsi diagnostico-terapeutici in campo onco-ematologico e permettere al contempo il potenziamento dell’offerta ambulatoriale mediante l’istituzione di un Centro Diurno a Busto».
Insomma, la via è tracciata. D’altronde in via Arnaldo Da Brescia i posti letto erano già stati ridotti a sette molto prima dell’estate. E poi, invece di andare in vacanza, sono scomparsi.
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