L’INCHIESTA
Ottovolanti, dieci anni sprecati
Poco usate e degradate le tre passerelle ciclopedonali aperte nel 2009

L’abitudine le ha ormai rese un elemento “normale” dello sky line di Busto Arsizio.
Le tre passerelle ciclopedonali dei Cinque Ponti compiono in questi giorni dieci anni dalla loro inaugurazione, preceduti da quasi un altro decennio di polemiche, ironie, prese di distanza, difese ostinate, problemi e accuse di spreco che hanno scandito a ripetizione il dibattito politico d’inizio millennio.
Come detto, oggi nessuno bada più alle tre strutture elicoidali - da tutti soprannominate «ottovolanti» - che nacquero con lo scopo di far attraversare lo svincolo in sicurezza a ciclisti e pedoni.
Peccato che il loro utilizzo sia sempre stato modestissimo, allora come adesso.
Basta fermarsi un’oretta in piena mattina dalle parti delle lamiere che scavalcano le trafficate carreggiate per contare al massimo cinque cittadini impegnati a sormontarle.
C’è chi va a piedi e chi in bici, qualcuno ha l’aria di percorrerle più per fare una passeggiata in saliscendi che per reale necessità di attraversamento.
I fatti ribadiscono così che una costruzione tanto impattante sia sproporzionata rispetto a quelle che sono le esigenze dei residenti.
Peccato che il trio di gemelle ad elica sia costato quasi quattro milioni di euro (ai due e mezzo stimati inizialmente si sono aggiunte altre spese per riparazioni e completamenti dei raccordi).
Intanto, dieci anni dopo, il degrado comincia a fare capolino.
Non sono tanto le strutture ad essersi deteriorate, quanto gli incivili ad aver iniziato a ricoprire di scritte e di rifiuti questi passaggi. Certo anche il fondo si sta staccando in più punti, vicino alle colonne, rendendo ancor più ardua l’impresa di transito a chi si muove in bici, con qualche buca ad aggiungersi alla già difficoltosa discesa con i pali in ferro in mezzo al tragitto dei piani centrali.
Per quanto riguarda il decoro, una quarantina di bottiglie e lattine fanno capolino ovunque, insieme alle cartacce. Non è raro che sui “tornanti” qualcuno scarichi dei sacchi della pattumiera. E anche i graffitari si sono dati da fare per adornare il contesto.
In mezzo a ciò, permane lo scarso utilizzo, perché quel tragitto “sicuro” però decuplicato rispetto al pur pericoloso attraversamento diretto delle carreggiate, ha segnato all’origine il destino degli ottovolanti. Rimasti in solitudine a festeggiare il loro compleanno.
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