A PROCESSO
Mostrava parti intime a bambine
Al via la perizia psichiatrica sull’uomo che nel 2018 aveva molestato tre minorenni nel cortile di casa

Può considerarsi capace di affrontare il processo un cinquantasettenne che come hobby ha l’esibizione dei genitali alle bambine che giocano in cortile? È il quesito che il gup Nicoletta Guerrero ha posto allo psichiatra forense Mario Girola, che già da ieri, mercoledì 15 luglio, ha avviato le analisi cliniche sull’imputato - difeso dall’avvocato Elisa Crippa - che in questo momento è collocato in una comunità di recupero. Il perito dovrà esprimersi entro sessanta giorni sulla sua capacità di stare in giudizio e sulla sua pericolosità sociale, il giudice riconvocherà l’udienza a ottobre.
In aula, come persone offese assistite dall’avvocato Giuseppe Lauria, si sono presentati anche i genitori di una delle ragazzine molestate, rimasti non poco turbati dalla vicenda. L’episodio contestato risale a settembre del 2018: il cinquantatreenne, non nuovo agli atti osceni, un pomeriggio scese nell’area comune di un condominio di via Camillo Tosi, dove ogni giorno si radunavano i bambini a giocare.
C’erano tre minori in quel momento, una di otto anni, una di nove e una di dieci. L’uomo non perse tempo in convenevoli: si piazzò davanti a loro, abbassò pantaloni e slip e mise in mostra gli organi sessuali.
Impossibile equivocare le sue intenzioni perché il bustese richiamava la loro attenzione invitandole ad avvicinarsi a lui. Facile immaginare la reazione delle bimbe: lo spauracchio del pedofilo era diventata una cruda realtà, non più un fatto di cronaca sentito in televisione e accaduto chissà dove e chissà a chi.
Corsero dai genitori trafelate e raccontarono tutto, venne così chiamata la polizia. Le piccole vittime furono sentite immediatamente dagli investigatori del commissariato di via Ugo Foscolo, separatamente e con le modalità prescritte per l’assunzione delle testimonianze di un minore.
Le versioni combaciavano perfettamente, nessuna delle tre aveva incertezze sull’identità del vicino di casa né sulla ricostruzione del fatto. Dunque partirono le indagini, una delle mamme, confidandosi, si era detta molto preoccupata per l’impatto che la storia avrebbe potuto avere sulla figlia e anche per le eventuali reazioni del cinquantatreenne. Ma la polizia ha provveduto a chiudere il caso nei tempi necessari garantendo la sicurezza e l’incolumità di tutti.
Già due anni fa un altro pedofilo a Busto Arsizio fu condannato a 9 anni per molestie sulle nipotine.
© Riproduzione Riservata