L’EPILOGO
Busto Arsizio, preso l’evaso social
Daniel Sanna trovato a Legnano e portato in carcere. Da un mese era stato mandato ai domiciliari in una comunità dell’Altomilanese

Daniel Sanna è tornato in carcere. O meglio, ce lo hanno riportato le forze dell’ordine che venerdì 15 ottobre lo hanno beccato a Legnano.
Il ventenne era evaso da una comunità di Mesero settimana scorsa e sui social aveva postato un video che lo riprendeva durante la nottata brava, un inno alla libertà di cui però non aveva così forte desiderio. Ancora non è chiaro a chi, ma il ragazzo dopo qualche ora si era presentato a qualcuno per chiedere di tornare in custodia. Ma ci sarebbe stato un rimpallo, così che Daniel avrebbe deciso di fare la primula rossa. A quanto pare ora è felice, il penitenziario di via per Cassano è la sua casa, lì respira un clima familiare che altrove non percepisce, lì si sente al sicuro, al riparo da se stesso.
Perché il ventenne in realtà non voleva uscire dalla cella, «voglio stare dentro, se mi mandate in comunità scappo, lo so». Detto, fatto.
Certo, i documenti della scarcerazione li ha firmati lui, nessuno lo ha obbligato. Anzi, sembrava quasi euforico all’idea di avere una nuova chance. Eppure ieri, sabato 16 ottobre, avrebbe confidato di stare bene solo in via per Cassano. Di sicuro ci dovrà restare per un po’, perché l’evasione è un evidente ostacolo ai benefici penitenziari.
I disagi personologici del ragazzo sono di evidenza disarmante. Già ad agosto del 2019, davanti al gip Luisa Bovitutti, il ragazzo si era sfogato raccontando le disavventure della sua vita e le difficoltà dovute alla sua famiglia disfunzionale. Ciò che emerse, durante l’interrogatorio in seguito all’arresto per le percosse alla madre quarantaquattrenne, fu un quadro di profondo disagio sociale e umano: genitori separati, affidamento al padre (che in passato era stato a sua volta in carcere), sfratto, un ricongiungimento familiare solo per evitare di dormire sotto i ponti.
Rapporti complicati, fragilità psichiche della mamma e della sorella più piccola (pure lei in comunità). E sullo sfondo un preoccupante abuso di hashish e marijuana, origine di tutti i suoi guai giudiziari e motivo per cui l’avvocato Luca Abbiati (che ora non lo assiste più) si era tanto speso per reperire una comunità.
Chi lo conosce lo descrive come un ragazzo sveglio, intelligente, di cuore. Il suo ventesimo compleanno l’aveva festeggiato in carcere. Qualcuno gli regalò un sacchetto di caramelle. Daniel si commosse: «Grazie, solo tu mi vuoi bene».
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