ESBORSO IMPREVISTO
Stadio, un pozzo senza fondo
Dopo i costi per i seggiolini, la Figc ordina al Comune 137mila euro di nuove luci: senza lavori la Pro Patria dovrebbe emigrare

Altra botta ai conti pubblici, con la firma della Figc. Perché le norme imposte dalla Federcalcio per consentire alla Pro Patria di iscriversi al prossimo campionato di serie C, non si limitano alla posa di quattromila seggiolini numerati su tutte le tribune dello stadio “Speroni” (curva dedicata agli ultras compresa) ma impongono un’ulteriore spesa relativa all’adeguamento degli impianti di illuminazione.
Ed è così che l’amministrazione comunale, per non mettere in difficoltà la società presieduta da Patrizia Testa (che già si svena ogni estate per allestire la squadra simbolo della città), si sta prendendo carico dell’intervento. Da svolgere nelle prossime settimane.
Non che a Palazzo Gilardoni la cosa sia stata assorbita senza colpo ferire, con il sindaco Emanuele Antonelli e l’assessore allo sport Gigi Farioli che hanno già avuto modo di spiegare il loro disappunto per un’imposizione ritenuta «fuori dai tempi» e recepita «unicamente in segno di rispetto della dirigenza biancoblù e dei tifosi».
Così, come già era accaduto per la questione dei seggiolini (con delibera che sanciva circa 67mila euro di spesa per la loro predisposizione), anche sul fronte dei fari si metterà mano al portafoglio.
Stavolta il costo previsto è imponente: 137mila euro, facendo salire la spesa ben oltre i 150mila euro entro cui si sperava di restare, ma sfondando il muro dei 200mila euro. Il tutto essendosi ritrovati con le spalle al muro.
L’operazione di sostituzione delle lampade in cima alle torri faro, nonché la sistemazione del generatore di corrente, non dipende dal fatto che la struttura illuminante - per quanto un po’ datata - sia particolarmente usurata. L’imposizione è invece legata alla necessità di avere degli impianti dalle caratteristiche tali da garantire un’adeguata qualità dell’immagine, in favore delle riprese televisive, quelle che poi la Figc utilizza sia sul digitale terrestre, sia su alcuni canali streaming a cui si accede con abbonamento.
Ed ecco che Agesp Attività Strumentali ha ricevuto l’incarico di seguire tutto l’iter di realizzazione del cantiere. Ecco dunque che presto si vedranno in via Ca’ Bianca operai in grado di soddisfare un’esigenza mal digerita ma, si legge nella delibera, necessaria per «evitare un danno d’immagine per la città e riflessi sociali per i tifosi appassionati della squadra».
Dal punto di vista pratico, questa uscita emergenziale dal bilancio comunale ha imposto di sottrarre risorse certe ad altri settori che guardano alla manutenzione generale degli spazi pubblici cittadini.
Quei lavori si faranno comunque, assicurano da Palazzo Gilardoni, ma solo quando le entrate “non sicure” diverranno invece certificate. Prima bisogna rincorrere le regole per avere lo stadio Speroni agibile, perché senza rispettarle i tigrotti - dopo un anno di deroga concesso ai club neo-promossi - non potrebbero più giocare a Busto Arsizio.
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