LA STORIA A PEZZI
Cascina Burattana in agonia
Promesse e progetti sono puntualmente finiti nel nulla, l’antico casolare agricolo di Borsano è ad un passo dallo scomparire

Tante parole sono state sprecate negli anni. Tante speranze sono state bruciate, trasformando il sogno in quella che ormai è soltanto un’illusione: salvare la cascina Burattana. «Quest’inverno siamo stati fortunati che non abbia nevicato», spiegava triste l’altro giorno Matteo Di Mattei, presidente della cooperativa sociale agricola che della Burattana porta il nome e che coltiva gli ortaggi in biodinamica sui tre ettari disposti lì attorno. «Fossero caduti venti centimetri di fiocchi, una volta inzuppati di pioggia, potevamo salutare l’intera struttura, perché sarebbe venuta giù con un tonfo che lo sentivano fino in centro». In verità di cedimenti strutturali ce ne sono già stati in quello spazio che ormai è in evidente agonia. Perché nella corte disabitata - e ancor più nel fienile prospiciente - non è più prudente passeggiare. Il rischio che un pezzo di muro crolli in testa a qualcuno è altissimo.
E sarebbe il caso che di dovere se ne accorgesse, visto che la cascina proprio disabitata non è. Entrando fra quelle pericolose stanze si trovano giacigli di fortuna e suppellettili che testimoniano una costante presenza di abusivi, ovvero disperati che hanno trovato nella Burattana di Borsano l’unico approdo per affrontare le difficoltà. Con tavole apparecchiate alla bella e meglio, letti luridi, candele, avanzi di cibo e tanto altro materiale gettato alla rinfusa ovunque.
Altri inquilini indesiderati sono gli spacciatori. Chi frequenta la zona sa benissimo che i pusher si muovono attorno all’antica corte agricola di origini secentesche. I residenti hanno sono stati “costretti” a stringere un tacito patto di non belligeranza con loro per evitare guai, ma è triste constatare che gli unici prodotti della natura che ancora transitano da quelle parti sono le sostanze stupefacenti.
Accanto all’abbandono, dunque, tanti pericoli. Compreso quello legato al fatto che attorno alle strutture pericolanti corre una stradina che da sempre consente a chi abita in questa fetta del rione borsanese di portarsi velocemente sul viale Boccaccio. Il Comune, proprio per evitare che accada qualcosa di spiacevole, ha transennato il passaggio tempo fa. Eppure sono molti quelli che continuano a transitare a piedi e in bicicletta, incuranti dei rischi che corrono.
Questo, insomma, è il contesto della Burattana, dove l’antico fascino si va progressivamente affievolendo e rimangono unicamente i guai. Di tanto in tanto l’amministrazione comunale, che dell’immobile è proprietaria, lancia idee di recupero e ipotizza la possibilità di attingere a finanziamenti europei e regionali. Peccato che un progetto serio di rilancio richiederebbe almeno 4 milioni di euro e che di partecipazioni ai bandi che di tanto in tanto si affacciano in favore delle esperienze di valorizzazione agricola non ci siano mai state. In ogni caso, di questo passo, le macerie consentiranno presto di mettere una pietra sopra a ogni discussione. Sperando solo che qualcuno non ci resti sotto.
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