IL CASO
Alcol e degrado al Mayer
Parco preso d’assalto da sudamericani incivili. I residenti: «Adesso basta»

Inaugurato da pochi mesi, il parco Mayer di via Pilo è già una spina nel fianco per i residenti della zona.
Certo, non è lo spazio verde di per sé a togliere serenità a chi vive lì, sono piuttosto le frequentazioni. L’assessorato alla Sicurezza è stato inondato di segnalazioni, di lamentele, di richieste di intervento. Il problema? A quanto pare è rappresentato da una banda di sudamericani che trascorrono giornate e nottate nell’area pubblica consumando litri di alcolici, tra birra e vodka, schiamazzando, sporcando ovunque. La gente ora ha paura anche solo ad avvicinarsi.
Quell’assembramento di stranieri esaltati dagli eccessi etilici - che, finita la fiestaoltretutto se ne vanno via mettendosi alla guida di veicoli - getta una pesante cappa di insicurezza e disagio. Anche perché ciò che resta del loro passaggio al Mayer è indecente: rifiuti ovunque, cocci rotti, lattine, sacchetti di plastica. Un porcile insomma, altro che portarci a giocare i piccoli o andarci per godersi uno spicchio di natura.
Almeno questo si evince dalle mail inviate all’assessore Massimo Rogora ma anche da alcune foto scattate sul posto, che ritraggono giovani incontinenti che urinano sugli alberi e tra le foglie, davanti a tutti, sotto la luce del sole. «Adesso basta», annuncia il delegato alla Sicurezza. «I parchi sono concepiti per le famiglie, per i bambini, per gli anziani, non per gli ubriachi molesti», premette. «Ci sono i cartelli, nei parchi, che vietano le deiezioni canine o addirittura l’ingresso dei cani e poi cosa si trova all’interno? Degrado, inciviltà e sporcizia». Quindi pensa alle contromisure: «Intensificheremo i controlli, anche all’esterno del Mayer. Multeremo chi urina all’aperto. Installeremo telecamere e interverremo per arginare il fenomeno. Se la gente vuole ubriacarsi, lo faccia in casa sua, non nei posti dedicati all’aggregazione familiare, alla socializzazione tra persone civili ed educate. Se fosse necessario per ripristinare la sicurezza, saremmo anche pronti a chiudere il parco». A settembre Rogora andrà a bussare in Regione per rappresentare le criticità della città, perché il caso Mayer è solo uno di quelli che gli vengono sottoposti dai bustesi. «Gli stessi problemi si registrano al parco di Sant’Anna, di Beata Giuliana, al Milani. Servono più mezzi e più uomini per gestire tutte le situazioni di emergenza. Per cui premerò per accedere a un bando per le città grosse, con l’obiettivo di ottenere telecamere, mezzi, uomini».
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