OSPEDALE
Bimba salvata al Del Ponte
I genitori: la nostra piccola di due anni ha rischiato la vita, vogliamo risposte

«Una diagnosi errata ha rischiato di mettere a rischio la vita di mia figlia, che ha solo due anni. All’ospedale di Busto non hanno capito di cosa si trattasse, per fortuna un pediatra privatamente ci ha consigliato di correre all’ospedale Del Ponte e Giulia è salva».
Marco Adobati chiede risposte alla direzione del presidio sanitario dell’Asst Valle Olona, dove venerdì pomeriggio ha avuto modo di incontrare un medico cui ha manifestato tutta la sua rabbia per l’erronea valutazione: i medici hanno parlato di gastroenterite, ma si trattava di invaginazione intestinale. La direzione del presidio sta valutando una replica che dovrebbe arrivare a giorni.
La piccola ha iniziato a stare male il 17 giugno. «Era sabato - racconta il papà - Giulia aveva fitte addominali, abbiamo passato una notte d’inferno. Domenica mattina siamo andati in ospedale e dopo 5 ore di attesa ci hanno dimesso dicendo che la bimba doveva aver preso dei colpi d’aria ma non si escludeva un possibile trauma. Siamo tornati a casa e le fitte non sono mai passate».
La coppia ha deciso di tornare in ospedale: «Dopo 4 ore di attesa e un esame del sangue, hanno parlato di gastroenterite virale e ci hanno liquidato dicendo che con i fermenti lattici si sarebbe risolto tutto».
A quel punto, gli Adobati si sono rivolti a un pediatra, privatamente. Gianfranco Morganti ha suggerito di fare subito un’ecografia e di recarsi al Del Ponte, intuendo la reale origine dei dolori: «A Varese si è mobilitata in cinque minuti una squadra d’urgenza e abbiamo schivato l’intervento chirurgico. L’invaginazione intestinale comporta una contorsione dell’intestino, è come se rientrasse in se stesso e c’è il pericolo di necrosi dei tessuti e di infezioni che possono portare alla morte».
Una prima manovra non è riuscita, ma al secondo tentativo l’intestino è tornato nella corretta posizione con un clisma con liquido di contrasto. Paura passata, poi una settimana di ricovero è servita a scongiurare guai.
«A Busto siamo stati trattati come ipocondriaci, ma se avessimo dato retta a quei medici chissà cosa sarebbe accaduto - dice il papà della piccola - Ora Giulia si è stabilizzata e ha ripreso a mangiare normalmente».
Dopo un contatto con il reparto bustese, venerdì si è interessato della vicenda Antonio Triarico, direttore medico di presidio. «Stiamo compiendo verifiche - dichiara - In ogni caso, non avendo qui un chirurgo pediatrico, la bimba non sarebbe stata operata da noi. Il Del Ponte costituisce un riferimento per tutti i centri della zona».
«Non si tratta di intervento o non intervento, il problema è la diagnosi sbagliata - conclude Adobati - Ora pretendo risposte concrete perché mia figlia ha subìto un trauma. Quanto è accaduto è grave. Ed è sbagliato come siamo stati trattati io e mia moglie: siamo stati per 15 anni soccorritori alla Croce Bianca di Legnano, non siamo degli sprovveduti, avevamo ben chiaro che non fosse un malanno banale».
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