L’INCONTRO
Il ministro Cartabia: «Il lavoro ha funzione decisiva»
Prima la tappa in carcere, poi l’inaugurazione della Valle di Ezechiele

Il ministro Marta Cartabia ha visitato questa mattina, lunedì 25 ottobre, il carcere di Busto Arsizio e ha poi inaugurato la cooperativa sociale La Valle di Ezechiele nata per dare lavoro a ex detenuti.
In via Per Cassano il ministro - accompagnato dal direttore Orazio Sorrentino e da Rossella Panaro, comandante della Penitenziaria - ha visitato la cioccolateria, alcune celle della Sezione VI e il teatro. qui ha ascoltato i detenuti e parlato con loro della necessità di puntare sul lavoro come arma di riscatto sociale. Ha anche ribadito che occorre incrementare la capienza delle Rems destinate a detenuti psichiatrici per evitare aggressioni e tensioni come quelle avvenute di recente. Marco, uno dei reclusi, ha chiesto informazioni sull'indulto e il ministro ha risposto che da parte sua può compiere parte del cammino ma poi occorre ampia maggioranza in Parlamento. A Fagnano Olona, nel capannone industriale di via Colombo trasformato in sede della Valle di Ezechiele, Cartabia ha ascoltato la spiegazione del presidente su tutte le attività che vi vengono svolte, quindi ha ascoltato con i presenti il cantautore Davide Van De Sfroos, che ha proposto la canzone "40 pass" e la testimonianza di un ex detenuto di origine marocchina che lavora da un anno in cooperativa. Si è commossa quando lui ha ricordato che il giorno dell'uscita dal carcere ad attenderlo c'era il cappellano don David Maria Riboldi fondatore della cooperativa. Ha dunque sottolineato la necessità di creare reti di relazioni che aiutino a ritrovare dignità e quella "infinita possibilità" nascosta in ogni uomo (per dirla con le parole di una poesia di David Maria Turoldo recitata da attori di Oblò).
La ministra ha quindi salutato lavoratori e volontari, il presidente della Provincia Emanuele Antonelli, i sindaci presenti, i magistrati e la polizia penitenziaria che aveva ascoltato durante l'incontro privato in carcere. «Il lavoro dentro e fuori dal carcere ha una funzione decisiva. È la prima strada attraverso la quale ogni persona trova possibilità, oltre che di sostentamento, di espressione di sè. Di essere utili, oltre che a se stessi, alla vita sociale - ha detto Cartabia -. In questa prospettiva però, il carcere ha bisogno di reti e legami con il territorio, perché solo nella sinergia di tutte le istituzioni, del fuori che va dentro e del dentro che va fuori, si può cambiare la vita delle persone».
Angela Grassi
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