IL PROCESSO
Figliastro consenziente, assolto il patrigno
L’uomo era accusato di violenza sessuale

Ha pianto in aula, alla lettura della sentenza. Assolto dall’infamante accusa di violenza sessuale sul figlio della compagna, all’epoca minorenne. Il pubblico ministero, al termine della requisitoria, aveva chiesto la condanna a sette anni di reclusione. Ma il collegio giudicante presieduto da Nicoletta Guerrero ha accolto la ricostruzione dell’avvocato Sandro Cannalire. dichiarando l’insussistenza del fatto. Due le principali ragioni: il ragazzo - che, nel 2011, in seguito a un incidente in moto, rimase invalido - non aveva meno di diciassette anni e soprattutto quei rapporti contestati dalla procura «erano consenzienti, chiesti dal ragazzo al patrigno e da quest’ultimo non rifiutati», si legge nelle motivazioni contestuali. Lo disse lo stesso ragazzo - oggi trentenne - nel corso dell’incidente probatorio: «Facevo tutto io, ero il carnefice di me stesso... mi prendeva bene il fatto di fare una cosa fuori dal normale ma coscientemente». Contrariamente a quanto sostenuto dal difensore «il ragazzo è pienamente credibile e attendibile, avendo egli descritto i fatti in modo dettagliato, preciso e puntuale». La vicenda - nella quale il trentenne era assistito dal legale di parte civile Paola Cervini e rappresentato dalla collega tutrice Gloria Tosto - era emersa nel corso delle indagini condotte per peculato: l’imputato e la compagna avrebbero fruito dei circa 900mila euro liquidati dall’assicurazione al giovane in seguito all’incidente e per questo reato a giugno il patrigno era stato condannato a quattro anni di reclusione (pendenti in appello). Gli inquirenti scoprirono così i messaggi sull’argomento che il ragazzo si scambiava con la madre. A parere del collegio (a latere del giudice Guerrero le colleghe Giulia Pulcina e Veronica Giacoia) all’epoca dei fatti «la sfera volitiva e cognitiva del giovane era perfettamente integra perché l’incidente non si era ancora verificato. Non risulta dimostrato neppure l’elemento dell’abuso, della violenza o della minaccia».
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