L’INIZIATIVA
Busto, flashmob per la scuola in presenza
Trecento studenti della Bellotti in cortile per chiedere «una tutela sempre maggiore»

Un flashmob, o meglio uno “Schoolmob”, per riaffermare le ragioni della scuola in presenza. Stamattina, 1 dicembre, 300 ragazzi della scuola secondaria di primo grado “Biagio Bellotti” sono scesi in cortile per inscenare un’iniziativa divertente ma dal messaggio molto serio: la scuola è un diritto per tutti, come recita l’articolo 34 della Costituzione. L’obiettivo dello Schoolmob (intitolato significativamente “ViviAmo la scuola”) è quello di incoraggiare “una tutela sempre maggiore delle condizioni che rendono possibile la scuola in presenza”. Perché, certo, la didattica a distanza ha la propria utilità nei momenti di emergenza, ma non potrà mai sostituire l’esperienza (di vita, prima ancora che di studio) della lezione in classe. La dirigente scolastica Fabiana Ginesi ha introdotto lo “schoolmob” leggendo ai ragazzi una frase del politico e accademico Piero Calamandrei sulla «scuola come organo vitale della Costituzione. Uno degli organi più importanti, perché crea il sangue per tutto il corpo. Grazie alla scuola – ha aggiunto la professoressa Ginesi – voi ragazzi entrate in possesso delle chiavi della conoscenza, quelle che vi permetteranno di essere liberi e di poter pensare con la vostra testa, senza bisogno di farvi indirizzare dagli “influencer”. Nelle aule scolastiche avete la possibilità di confrontarvi tutti i giorni per costruire queste chiavi di libertà».
Subito dopo i 300 studenti delle “Bellotti” (quattro classi “prime”, cinque “seconde” e cinque “terze”) hanno cantato la bellezza dello stare insieme a scuola inventando un testo ad hoc sulle note della hit dei Black Eyed Peas “I gotta feeling”. Lo schoolmob sarà replicato domani mattina negli altri plessi dell’Istituto comprensivo Bertacchi (le primarie Bertacchi, Pieve di Cadore e Aldo Moro).
Ieri, intanto, proprio a Busto è stata chiusa per Covid la Scuola Primaria Manzoni.
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