IL DIBATTITO
Ospedale unico, risorse incerte
In delibera indicati 350 milioni. Astuti (Pd): mancano i costi per area e infrastrutture
«Tempi lunghi e risorse incerte». A lanciare l’ennesimo allarme sulla nascita del prospettato ospedale unico è il consigliere regionale Samuele Astuti, reduce dalla Commissione Sanità di martedì in cui l'assessore al Welfare Giulio Gallera ha risposto alla sua interrogazione.
La delibera del 21 gennaio scorso, “Promozione dell’accordo di programma”, indica che “il costo delle strutture del nuovo ospedale di Busto Arsizio e Gallarate è stimato in via preliminare in circa 350 milioni di euro, esclusi i costi di area, di eventuali bonifiche e di infrastrutture di trasporto e che tale valore sarà determinato più puntualmente in sede di Accordo in relazione alla effettiva consistenza delle opere”.
Dunque, non è chiaro quanto si spenderà complessivamente. E la delibera demanda “a successivi atti” la definizione del quadro economico e le relative modalità di finanziamento per ospedale e opere connesse.
Se due anni fa si parlava di 500 milioni, negli ultimi mesi Regione Lombardia ha ipotizzato 350 milioni. Questo perché dal governo sono arrivati 700 milioni per l’edilizia sanitaria e la giunta Fontana ha scelto di spenderli metà per questo progetto e metà per unificare a Milano “San Carlo” e “San Paolo”.
«Unico punto fermo � - dichiara Astuti - è che entro la fine del gennaio 2020, tra un anno, ci dovrà� essere l'Accordo di programma tra gli enti interessati. Nei 350 milioni non si tiene conto di aspetti importanti come costi dell'area, eventuali bonifiche e infrastrutture di trasporto: quindi quella cifra appare ampiamente sottostimata».
A preoccupare Astuti è anche la situazione delle attuali sedi sanitarie di Busto e Gallarate: «Sono in condizioni veramente difficili e tali rimarranno ancora per anni, è un problema per i pazienti e per il personale. Non abbiamo alcuna indicazione sulla volontà di trasformare i vecchi ospedali in presìdi di territorio per le cure meno complesse, come sono i Presìdi ospedalieri territoriali e i presìdi sociosanitari territoriali, previsti nella riforma della sanità� lombarda del 2015 ma ancora sostanzialmente fermi alle intenzioni».
L’esponente del Pd chiede di chiarire presto la destinazione d’uso di Circolo e Sant’Antonio Abate: «Come si useranno i terreni, visto che sarà� necessario reperire risorse anche per acquistare la nuova area? Il Pd propose di considerare l’attuale sedime bustese, perché non hanno valutato la nostra idea? Questa soluzione avrebbe permesso di accorciare i tempi ed evitare ulteriore consumo di suolo. Probabilmente anche di risparmiare».
Ogni domanda resta ancora senza replica. �Di sicuro, delibera a parte, c’è la ferma volontà del presidente Attilio Fontana di portare a termine il progetto e di siglare l’Accordo entro il prossimo gennaio, come ribadito a Busto Arsizio inaugurando la mostra dedicata alla Fiber Art il 2 febbraio. La parola è data. Ora si cercano i soldi per mantenere la promessa.
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