LA SVOLTA
Busto Garolfo: ex Rimoldi svenduta all’asta
Riserbo sul compratore che l’ha acquisita al prezzo di 450mila euro

Sul nome del compratore vige ancora il massimo riserbo, ma c’è una buona notizia in merito al possibile futuro recupero nell’area industriale dismessa della ex Rimoldi Necchi, la storica fabbrica di macchine da cucire della frazione bustese di Olcella, chiusa ormai da una ventina d’anni. L’immobile, dopo cinque tentativi andati a vuoto, è stato finalmente venduto a una nuova proprietà che ora potrà decidere che cosa fare di tutta l’area presente in via Montebello 33.
LA VENDITA
La svolta è arrivata nei giorni scorsi con l’ultima asta indetta dal tribunale di Busto Arsizio. La vendita è avvenuta per un cifra di 450mila euro, cioè la valutazione minima, inferiore pure alla base d’asta che era di 600mila euro. Il compratore ha potuto fare l’affare grazie all’assenza di altri soggetti interessati e la cosa non stupisce. Inizialmente l’area era stata posta in vendita ad un milione e 600mila euro, ma nessuno si era fatto vivo. L’avviso in effetti parlava di un “Grande complesso industriale in pessimo stato di conservazione, composto da quattro capannoni industriali oltre a tre terreni agricoli, adiacenti ai capannoni, ad oggi in stato boschivo situati nel comune di Dairago”.
L’IMMOBILE
Tenendo presente che l’immobile misura poco più di 18mila metri quadrati complessivi (la superficie esatta è di 14.660 mq per i capannoni e di 3.630 mq per i terreni adiacenti) si può capire quanto poco abbia speso il nuovo acquirente al metro quadro. Va detto, però, che il plesso è davvero messo male. Come se non bastasse, proprio a causa della longeva attività industriale della ex Rimoldi Necchi, i terreni sono stati sottoposti a varie procedure di bonifica per la presenza di composti inquinanti. Il suolo della ex Rimoldi, infatti, è pieno di “veleni”. Lo dimostra l’ultima bonifica attualmente in corso, secondo quanto previsto da un’ordinanza sindacale che ha obbligato alla messa in sicurezza dei terreni. Sull’ex sito industriale lo scorso autunno, infatti, era emersa “la presenza di terreno frammisto a materiale di origine antropica costituito da mattoni, metallo, stracci e plastica”, ma nel sottosuolo sono stati trovati frammenti di fusti in ferro che hanno fatto sospettare la presenza di cianuro di sodio. Negli anni addietro venne peraltro avviata una procedura di bonifica con un piano di caratterizzazione per la già nota presenza di percloro etilene, a testimonianza di quante possibili brutte sorprese possa riservare l’ex fabbrica.
La destinazione urbanistica del comparto resta inoltre di tipo industriale: con un nuovo proprietario si potrà però aprire un dialogo con l’amministrazione comunale del sindaco Susanna Biondi e trovare una soluzione per riqualificare l’intero comparto. Tutto si giocherà anche in seno al procedimento per la nuova variante al piano di governo del territorio bustese. Proprio a Busto Garolfo, per esempio, è stato ormai elaborato un progetto di rigenerazione urbana relativo all’area della ex Pessina & Sala che guarda alla produzione agricola a chilometro zero ed a filiera corta, cosa che fa ben sperare anche per il futuro dell’ex stabilimento di Olcella.
© Riproduzione Riservata