PATTEGGIAMENTO
Truffa, quattro anni a Pinciroli
L’imprenditore, oggi in carcere, era accusato anche di bancarotta

A suo modo, nel suo agire criminale, è stato geniale Matteo Pinciroli, 40enne di Busto Garolfo, rampante e spericolato patron dell’ormai fallita Tws, ora fresco di patteggiamento a quattro e sei mesi di reclusione.
Individuata una falla nel sistema dei finanziamenti da parte delle banche, l’ha utilizzata a suo favore. Per la serie: piatto ricco, mi ci ficco. Tra l’autunno 2016 e l’inverno 2017, secondo il teorema accusatorio, avrebbe infatti emesso false fatture per 10 milioni di euro per acquisto di carburante a favore di una notissima società petrolifera (la Total, estranea alla vicenda) per poi presentarle come garanzia all’istituto di credito di turno. Convinti i funzionari di banca che a breve avrebbero incassato da Total le cifre indicate, otteneva facilmente dei prestiti usando le false fatture come garanzia.
In questo modo, avrebbe distratto diversi milioni dal capitale della sua società (così portata al fallimento), truffando gli stessi professionisti del ramo finanziario. Forte del successo derivante da questo rodato sistema truffaldino, l’imprenditore dal look sbarazzino, che puntava alla carriera politica (fu candidato alle politiche 2018 con la lista Civica Popolare di Beatrice Lorenzin), è riuscito a diventare “main sponsor”, tra le altre cose, dell’Atalanta e del basket Legnano e anche a cercare fortuna a Londra, dove aveva messo in piedi una società di fondi di investimento, K Capital Investment, sostenendo di avere liquidità per oltre 40 milioni di sterline.
Una volta scoperto a proprie spese il raggiro, le banche hanno sporto denuncia-querela alla Procura del capoluogo lombardo. Di qui le indagini del Nucleo economico-finanziario della Guardia di Finanza di Milano e l’arresto a fine marzo a Malpensa, appena sbarcato da un volo proveniente da Londra. Poco più di sei mesi dopo, Pinciroli, gravato da accuse che spaziavano dall’associazione per delinquere alla bancarotta fraudolenta e alla truffa, ha patteggiato quattro anni e sei mesi di reclusione. Il patteggiamento è stato accolto dal gup del Tribunale di Milano Alessandra Di Fazio la quale, nonostante il parere favorevole espresso dal sostituto procuratore Sergio Spadaro, ha negato gli arresti domiciliari a Pinciroli, da più di sei mesi detenuto a San Vittore.
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