SEQUESTRATI ALLA CRIMINALITÀ
Mafia, sei immobili in cerca di futuro
Alcuni dovrebbero essere utilizzati dalla Finanza

Non si finisce mai d’imparare. Soprattutto, in materia di antimafia.
Per non lasciare nulla di intentato, il consigliere comunale Massimo Brugnone del Pd guarda al buon esempio della vicina metropoli: «Ho avanzato la richiesta di invitare qui da noi il presidente della commissione antimafia del Comune di Milano, perché ci parli di quella che è l’esperienza maturata da quando è stata istituita»; un’esperienza, precisa Brugnone, ben anteriore alla ricomparsa, nel panorama politico bustocco, di un organo analogo.
Qualora non fosse nota, la storia della commissione antimafia del comune di Busto restava legata al precedente mandato amministrativo: sciolta secondo regolamento allo scioglimento del passato consiglio, è riapparsa poi dopo varie insistenze da parte in particolare dello stesso Brugnone, solo due mesi fa.
Risulta una “funzione aggiuntiva” alla prima commissione, quella deputata agli Affari generali e presieduta da Paola Reguzzoni, che appunto dallo scorso dicembre si pone nel solco della precedente esperienza, a sua volta lungamente richiesta e attesa.
Ora, la proposta del giovane consigliere Pd, da sempre sensibile a ogni azione volta a contrastare la penetrazione della criminalità organizzata nel tessuto sociale cittadino, è di imparare da chi abbia maggiore esperienza, come David Gentili, che presiede la commissione antimafia di Milano.
Prima però, sempre Brugnone ha chiesto lumi all’assessore Miriam Arabini in merito alla disponibilità per parte comunale dei sette immobili confiscati alla mafia e censiti in città, oltre a quello di via Quintino Sella, già assegnato per bando a una associazione che ha chiesto un anno di tempo per sistemare l’immobile così da installare una rimessa per biciclette e dare lavoro a ex detenuti: «Nessuna possibilità di veder affidare altri beni dal momento che lo Stato ha manifestato chiaramente di avere altri progetti e beneficiari, tra i quali la guardia di finanza», riferisce Brugnone, dicendosi soddisfatto delle delucidazioni ricevute. Detto questo, le azioni da opporre ai traffici mafiosi non si esauriscono di certo: «Le cronache ci riportano una realtà nient’altro che confortante, con traffico di stupefacenti e riciclaggio di denaro in prima fila. A Milano hanno una commissione ad hoc, che ad esempio si è occupata di riformulare il regolamento per la concessione dei contributi sportivi, sapendo il rischio che le società dilettantistiche corrono di prestare il fianco ad operazioni di riciclaggio. Un altro intervento che gioverebbe senz’altro potrebbe essere quello di facilitare l’incrocio dei dati tra le forze dell’ordine, le banche e le associazioni di categoria, per meglio monitorare le compravendite dei negozi, così da individuare più facilmente i casi in cui possano essere in odore di prestanome, perché gli inquirenti possono poi procedere a ulteriori verifiche. Con l’obbligo dei piani anti corruzione, i comuni stanno facendo la loro parte, ma ogni passo ulteriore deve essere il benvenuto».
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