TRIBUNALE
Busto, stalker tifoso: rito abbreviato e perizia
“Caso” Boldini, quarantunenne a processo per le molestie alla pallavolista

Ha provato a contattarla ancora, nonostante il divieto di avvicinamento emesso a gennaio dal gip Anna Giorgetti. Per questo ieri, martedì 21 maggio, in tribunale è stato controllato a vista dai carabinieri. Ma lo stalker di Jennifer Boldini è rimasto a debita distanza dalla pallavolista della Uyba di cui si era invaghito. Davanti al gup Stefano Colombo il quarantunenne difeso dall’avvocato Fiorella Ceriotti ha chiesto il rito abbreviato condizionato a una perizia sulla capacità di intendere e di volere: l’avvocato Simone Facchinetti, difensore della venticinquenne, si è opposto ma il giudice ha ammesso la richiesta e nominato la psichiatra Maria Teresa Ferla.
IN CORRIDOIO CON LA MAMMA
In attesa dell’udienza il quarantunenne era seduto in un angolo del corridoio del tribunale accanto alla mamma che lo accompagna sempre. Gli sono venute le lacrime agli occhi, l’avvocato Ceriotti ha cercato di rassicurarlo ma per l’imputato è stato un momento molto delicato. Il tifoso della UYba ha un’invalidità dell’ottanta per cento, dovuta a una seria fragilità mentale, patologia che è già documentata e sulla quale la difesa punta per dare una lettura al suo comportamento.
LE MOLESTIE
Il quarantunenne iniziò a molestare la giocatrice a fine novembre. Da innocenti commenti sulla sua pagina Instagram, in cui ne esaltava le qualità atletiche, ad apprezzamenti estetici e dichiarazioni d’amore. La venticinquenne non aveva mai incoraggiato il supporter ma fu proprio il suo silenzio a innescare il meccanismo ossessivo: l’imputato passò agli insulti e poi alle minacce, in un crescendo allarmante. Alla pallavolista mandava una ventina di mail al giorno, sempre più sgradevoli e minatorie. Preoccupata chiese consiglio all’avvocato Facchinetti che le indicò la via dei carabinieri. Il mese di dicembre fu il più buio per Jennifer: non usciva di casa da sola, limitava le apparizioni pubbliche, evitava post sui social, che se per gli adulti non fa differenza, per i ventenni, soprattutto se popolari, è una tragedia.
LA SCELTA DELLA DIFESA
«La difesa dell’imputato ha optato per il rito abbreviato subordinato a perizia», è il preambolo di Facchinetti, «sebbene sia ragionevole ritenere la sua piena capacità di intendere e di volere. La reiterazione delle condotte dopo la prima denuncia, segnalata prontamente all’autorità giudiziaria, ne è una prova». Aggiunge il legale della giocatrice di pallavolo: «Un’ulteriore conferma della pericolosità sociale è la permanenza delle misure cautelari disposte a tutela della persona offesa. Sono fiducioso nella giustizia».
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