VERSO LE ELEZIONI
Busto, Meloni insultata da candidato di M5S
Mario Socrate, bustese, offende la leader di Fratelli d’Italia su Facebook. Poi le scuse

Alla vigilia della passeggiata elettorale di Giuseppe Conte a Busto Arsizio (sarà in centro domani sera alle 20) è scoppiato ieri il caso Socrate. Mario Socrate, uno dei candidati bustesi del Movimento che appoggia come aspirante sindaco il dem Maurizio Maggioni, ha offeso la leader di FdI Giorgia Meloni, dandole della “cagna”. I suoi post su Facebook hanno fatto il giro del web e il caso è diventato di portata nazionale.
“La solita ipocrisia della Cagna”; “Si allena un po’ anche lei a stare a testa in giù”; “Lo posto dritto e poi si gira sempre a testa in giù”. Questo il tenore dei post, conditi da immagini eloquenti.
La sezione bustese di FdI si dice pronta ad azioni legali e denuncia: «Sono parole farneticanti e colme di odio. Parole che peraltro sono state utilizzate anche nei confronti di altre donne impegnate con Fratelli d’Italia, cosa che rende ancora più grave il suo comportamento». «Conte sarà a Busto Arsizio - dichiara il presidente Massimiliano Nardi - vorremmo chiedere a lui e a Maurizio Maggioni cosa pensano di queste parole scandalose. Definire “cagna” una giovane madre, unico leader politico nazionale di sesso femminile, dimostra una totale mancanza di rispetto verso le donne». «Non più tardi di tre giorni Conte mi accusava di essere “volgare” solo per aver definito “metadone di Stato” il reddito di cittadinanza e sul suo nuovo M5S diceva: “Dobbiamo dismettere i toni aggressivi. Anche le parole fanno male, non meno delle azioni“ – la reazione della stessa Meloni - Oggi apprendiamo che un candidato del Movimento mi ha rivolto il raffinato appellativo di “cagna”. Sarebbe questo il nuovo corso del movimento? Invece di dare lezioni agli altri, il neo presidente del M5S guardi dentro casa sua perché di volgarità ne troverà tanta. Ora mi aspetto che Conte intervenga subito e condanni queste parole ignobili».
Mario Socrate usa ancora Facebook per tentare di rimediare: «Chiedo scusa nel caso avessi involontariamente offeso qualcuno in qualsiasi modo, ma i miei post avevano il solo intento di sottolineare il fortissimo dissenso che ho nei confronti della politica gridata, disprezzante verso il “diverso” che certo tipo di politica pratica abitualmente sui social».
A usare toni più marcati è il Movimento 5 stelle di Busto Arsizio: «Prendiamo le distanze – recita la sua breve nota - da un post sbagliato nei modi e nei toni, il nostro modo di fare politica è incentrato sui temi e sulla forza delle idee. Siamo dispiaciuti che un candidato si sia espresso in modo inappropriato e apprezziamo le scuse che ha postato”. Dalla europarlamentare leghista Isabella Tovaglieri una tenace reprimenda: «Dopo anni di metoo e proclami sull’uguaglianza di genere e i diritti delle donne, pensavamo che certi linguaggi incivili e inaccettabili fossero parte del passato. Mi rattrista molto vedere che invece, proprio nella mia Busto Arsizio, un candidato al consiglio comunale apostrofi con parole irripetibili una leader politica. Invece che pensare al ddl Zan o a cambiare le finali degli aggettivi, forse la politica dovrebbe rispettare maggiormente le donne evitando uscite infime come questa».
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