LA STORIA
«Non sapevo della coca nel mezcal»: assolto
L’uomo aveva importato 900 grammi di cocaina liquida dal Messico in due bottiglie

Ai corrieri della droga non capita spesso di essere assolti. Anzi, è un caso quasi unico quello del trentaseienne arrestato a settembre all’aeroporto di Malpensa con poco meno di 900 grammi di cocaina liquida. Difeso dall’avvocato Elisa Colombo, il bustese è riuscito a convincere sia il pubblico ministero Ciro Caramore che il gup Piera Bossi della sua totale estraneità al trasporto dello stupefacente.
LA VICENDA
L’uomo, in udienza, ha ripercorso la sua assurda disavventura con una ricchezza di particolari riscontrabili e una partecipazione emotiva che non avrebbe potuto simulare. Un passato da fiorista dei vip a Genova, un presente da artista (crea installazioni equine metafisiche) e un futuro che spera di vivere a Londra con il suo compagno, manager di catene alberghiere: non è certo di soldi che abbisogna, tanto meno di quei pochi con cui negli ultimi anni vengono retribuiti i vettori di droga. E le vacanze estive le aveva trascorse in Messico, in una elegante ed esclusiva magione dove ogni sera c’era una festa e ogni giorno un evento. Pochi giorni prima di ripartire, un conoscente gli chiese un favore banale: portare in Italia due bottiglie di mezcal, il distillato ottenuto dall'agave prodotto nello stato messicano di Oaxaca. Erano sigillate con la ceralacca, marchiate con i timbri del monopolio pubblico e accompagnate dagli scontrini di pagamento. L’imputato avrebbe solo dovuto traghettarle fino a Busto per poi darle a un amico del messicano che lo avrebbe contattato dopo il rientro.
L’ARRIVO A MALPENSA E L’ARRESTO
Sbarcato all’aeroporto, il 7 settembre, la guardia di finanza sottopose a controlli il bagaglio dell’imputato, i cani antidroga puntarono le bottiglie e il narcotest tolse ogni dubbio: non era mezcal bensì cocaina liquida. Il trentaseienne piange ancora ricordando l’esperienza di sei mesi fa anche perché gli strascichi se li è portati fino a ieri: era ancora sottoposto agli arresti domiciliari quando è entrato nell’aula gup, la sua esistenza era ancora congelata dalla pendenza giudiziaria. L’assoluzione pronunciata dal giudice Bossi ha avuto per lui il valore della rinascita.
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