LA FUNZIONE SACRA
Busto, prima comunione in streaming: appello ai genitori
La parrocchia di Sacconago ha fissato regole rigide sulla trasmissione della cerimonia su Youtube. Il parroco: «Chiediamo di dare l’autorizzazione»

La parrocchia di Sacconago ha fissato regole (giustamente) rigide sulla trasmissione della prima comunione in streaming su YouTube. Era stata una famiglia a sollevare la questione, lamentandosi dell’ingresso a numero chiuso alla celebrazione della prima comunione, in programma domenica 21 maggio.
I PASS
Per evitare che durante la cerimonia si creino situazioni di particolare confusione, la parrocchia sinaghina ha deciso di concedere 6 pass per famiglia (due per i genitori, 4 per gli amici e i parenti del comunicando), garantendo comunque la trasmissione della funzione sacra in diretta sul canale YouTube della parrocchia. E qui sono sorte ulteriori perplessità da parte di alcuni genitori, che hanno sollevato il tema della privacy dei minori.
LE AUTORIZZAZIONI
A scanso di equivoci, il parroco e i suoi collaboratori hanno emesso negli scorsi giorni un avviso molto chiaro all’indirizzo delle famiglie: «Onde evitare malintesi – comunica infatti la parrocchia “Santi Apostoli Pietro e Paolo” di Sacconago -, chiediamo di dare l’autorizzazione per permettere la trasmissione della celebrazione. Il mancato consenso anche di un solo genitore impedirà la stessa, o la renderà possibile in modalità limitata all’inquadratura dell’altare e della zona del presbiterio, rendendo visibile solo il celebrante».
Specifica ulteriormente l’avviso: «È necessaria la firma di entrambi i genitori e, solo in caso di impossibilità oggettiva e reale, di uno solo di essi».
LE INDICAZIONI DELLA CURIA
D’altronde, è la stessa curia arcivescovile di Milano a sottolineare (parlando in generale della trasmissione in diretta delle messe, e in particolare delle prime comunioni e delle cresime) «la necessità di avvisare i fedeli della trasmissione e di fornire idonea informativa privacy». Quanto alle prime comunioni, la curia precisa che «è sempre necessario garantire la possibilità di ricevere i sacramenti anche alle famiglie che non acconsentono alla trasmissione», e in questo caso «sarà necessario predisporre un’apposita area fuori dalla portata delle telecamere».
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