IL CASO GIUDIZIARIO
«Eva non aveva disturbi psichici»
Processo alla ex suora di Sant’Edoardo: gli esiti della perizia sulla ragazza morta suicida nel 2011

Eva Sacconago non aveva alcuna patologia psichica. A questa conclusione è giunto lo psichiatra Franco Martelli studiando i manoscritti della parrocchiana che nel 2011 si tolse la vita, dopo anni di insana relazione amorosa con suor Maria Angela Faré e un ultimo tormentato periodo di affettuosa amicizia con don Alessandro Bonura. Dunque la ex religiosa - davanti alla corte d’appello per violenza sessuale - non avrebbe potuto approfittare di eventuali disturbi di personalità della giovane. Il perito analizza il percorso che potrebbe aver portato la ragazza a togliersi la vita: «Eva viveva il soverchiante timore del giudizio altrui sui rapporti con suor Faré e don Bonura, percepiva il discredito dell’oratorio, viveva sentimenti di delusione e rivendicatività nei confronti di chi “resterà e dovrà fare i conti con la sua coscienza”. Soprattutto sperimentava la delusione e il vuoto del prospettato venir meno di una figura di contenimento, il sacerdote», scrive Martelli nel documento depositato nei giorni scorsi alla prima sezione penale della corte d’appello di Milano.
Per i difensori dell’imputata, Fabrizio Busignani e Raffaella Servidio, l’esito però è solo la conferma di quanto sostengono da anni: «Lo abbiamo sempre detto, Eva era una ragazza normale, non c’era alcuna inferiorità psichica e ora che lo conferma uno psichiatra della professionalità e della preparazione di Martelli non credo ci siano altri dubbi», commenta Busignani. E aggiunge: «L’appello lascia il tempo che trova».
L’avvocato di parte civile, Tiberio Massironi, pone l’accento su un altro aspetto personologico. «Non è necessaria una patologia per dimostrare uno stato di sudditanza. Ci sono il carisma, l’affabulazione, il ruolo rivestito a incidere nei rapporti, soprattutto tra una minore e una figura di riferimento come era la suora a Sant’Edoardo. Un dato certo è che la suora abbia tenuto un comportamento definito dal perito avvolgente, ambiguo e, fra virgolette, perverso. E comunque la perizia storica, come abbiamo sempre sostenuto, si sarebbe potuta fare, questa è la dimostrazione».
Si torna in aula il 26 febbraio. Il collegio giudicante di Busto Arsizio, presieduto da Renata Peragallo, a dicembre del 2015 condannò la suora a tre anni e sei mesi di reclusione. La ex responsabile del centro Primavera dell’oratorio di Sant’Edoardo non conosce serenità. «Vive preoccupata per una condanna inflitta senza aver commesso reati», osserva l’avvocato Busignani.
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