PREOCCUPAZIONE
Busto: «Sbronze a scuola, è allarme»
L’appello del Facchinetti dopo il caso delle due ragazze uscite durante le lezioni al Verri

Non fanno religione, escono dalla scuola e si ubriacano. Abusano di alcolici, stanno così male da rendere necessario l’intervento di carabinieri e ambulanza. Accade perché è consentito che le due alunne possano allontanarsi dalle aule nell’arco temporale di un’ora: i genitori all’inizio dell’anno hanno autorizzato la sedicenne e la diciottenne non solo a non frequentare l’ora di religione, ma soprattutto a uscire dall’edificio scolastico, una delle opzioni consentite. Di fatto per un’ora gli alunni che scelgono di non usufruire di un insegnante messo a disposizione, possono andare a fare quello che desiderano fuori dall’istituto, per poi farvi ritorno.
EPISODIO ALLARMANTE
E può diventare un problema, come è accaduto a Busto Arsizio, nella zona di via Azimonti. L’episodio di martedì mattina, raccontato da Prealpina, apre uno spaccato su una situazione dai molteplici risvolti che alcune scuole si trovano a gestire: un numero elevato di ragazzi che non frequentano l’ora di religione ma soprattutto si allontanano dalla scuola senza che nessuno sappia dove vadano e chi frequentino.
IL PERMESSO DI USCIRE
Ad accendere i riflettori è la dirigenza dell’Isis Facchinetti che denuncia i pericoli. La scuola superiore è coinvolta nella vicenda perché le studentesse frequentano l’istituto Verri che si trova in un’altra ala della medesima struttura. A dare la dimensione della questione sono i numeri: solo l’Isis Facchinetti ha circa 1.400 alunni, di questi 600 non frequentano religione e molti hanno il permesso per uscire firmato dai genitori. Compresi gli alunni di prima superiore che hanno un’età tra i 14 e 15 anni. Facendo un passo indietro, l’altra sera, la dirigente scolastica Anna Maria Bressan e il vicepreside Lodovico Santoro si sono trovati loro malgrado travolti dalla notizia delle ragazzine ubriache per via della vicinanza geografica con il Verri. Da educatori hanno dovuto rendere conto ai genitori allarmati. Non si nascondono, affrontano la questione e richiamano alla responsabilità facendo emergere un problema che assume contorni sempre più rilevanti: serve la collaborazione delle famiglie.
APPELLO ALLE FAMIGLIE
«Il tema è complesso e noi lo affrontiamo da tempo. In questo caso è accaduto a due studentesse di un altro istituto e i rapporti tra scuole sono ottimi. Ma non è questo il punto: il problema è la possibilità di uscire dalla scuola con il consenso degli adulti», spiegano i dirigenti. «All’inizio dell’anno spieghiamo ai genitori la situazione e facciamo presente che c’è sempre il massimo impegno della scuola a garantire lezioni alternative. Ciò evidentemente non basta, perché molti adulti consentono ai figli di uscire da scuola senza alcun controllo». Un’ora che gli alunni potrebbero usare per studiare, fare approfondimenti e ripetizioni. «Eppure è un dato di fatto che dobbiamo gestire: moltissimi firmano questa autorizzazione. Ma l’ora di religione è cambiata profondamente: si parla di temi etici e assume i contorni sempre più di educazione civica e attualità», sottolineano Bressan e Santoro. Senza dimenticare l’altro volto della questione legata all’occupazione degli insegnanti che può essere messa in discussione.
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