IL CASO
Busto, stop alle assemblee alla Ite Tosi: spiegazioni e proteste
La preside vieta le riunioni dei ragazzi: «Aula magna lasciata come un porcile, imparino il rispetto». I genitori non ci stanno: «Tappata la bocca alle nuove generazioni»

Bufera all’Ite Tosi di Busto Arsizio dopo la sospensione delle assemblee studentesche. La vicenda è stata sollevata dalla mail di un genitore, che si dice «decisamente perplesso per ciò che sta accadendo nell’istituto in queste settimane». Per l’autore della lettera – padre di un’alunna dell’Ite – la preside Amanda Ferrario starebbe «limitando la libertà di espressione e di confronto all’interno della scuola». A fare da detonatore alla vicenda è la decisione della dirigente di sospendere le assemblee studentesche fino a quando i ragazzi non impareranno a tenere la scuola pulita come la trovano ogni mattina. Per la preside, si tratta di un messaggio forte finalizzato a responsabilizzare gli studenti. Per alcuni genitori - citiamo testualmente dalla mail - «è solo un modo per chiudere la bocca alle nostre nuove generazioni, per paura di un confronto costruttivo con loro. Punire duemila ragazzi per le colpe di cinque non è un bel segnale».
LA SPIEGAZIONE DELLA PRESIDE
Ma diamo la parola alla stessa professoressa Ferrario: «Lunedì mattina, i ragazzi hanno organizzato e gestito in aula magna un incontro con don Alberto Ravagnani. Erano presenti 500 studenti di tutte le classi. Concluso l’incontro, abbiamo trovato l’aula magna in condizioni pessime: patatine fritte calpestate, coca cola rovesciata sul pavimento, macchie di cioccolato ovunque. Un porcile. Allora ho convocato i rappresentanti d’istituto, dicendo loro che, fino a quando non impareranno a lasciare gli spazi come li hanno trovati, non li avranno più a disposizione per le loro assemblee in autogestione». La dirigente dell’Ite Tosi intende in questo modo mettere gli studenti di fronte alle loro responsabilità, a maggior ragione considerando che all’Ite Tosi è in corso la Settimana dedicata all’educazione civica: «Non si può pensare di fare ciò che si vuole negli spazi scolastici, tanto poi passano gli schiavi a pulire – rimarca la preside -. E mi dispiace che alcuni genitori non comprendano il valore educativo che c’è dietro le scelte della scuola. Anche noi, come i genitori, vogliamo il meglio per i ragazzi, ma questo “meglio” deve essere condiviso e conservato tutti insieme». La professoressa Ferrario rincara: «Se vedo uno studente che butta una cartaccia per terra, e mi giro dall’altra parte, non faccio che avallare quel comportamento sbagliato. Bisogna ricominciare a capire che il bene di tutti è il bene di ciascuno. Altrimenti non lamentiamoci di chi non rispetta le regole, in tutti i campi».
AI SERVIZI DURANTE LA LEZIONE
Alcuni genitori contestano anche il fatto che gli studenti, per andare in bagno durante le ore di lezione, debbano avvisare i bidelli: «Si può andare ai servizi autonomamente ad ogni cambio dell’ora, per tutta la mattina – replica la preside -. Per il resto non vedo perché un ragazzo, con la lezione in corso, debba andare a passeggio per i corridoi. Se ha un bisogno urgente avvisa il collaboratore scolastico. Mi pare una critica pretestuosa».
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