TRAFFICO
Busto, la rotonda in viale Boccaccio «sarà utile»
Il perito Rabolini sul progetto di modifica della viabilità: «Servirà». E risponde alle perplessità dei residenti
La rotatoria di via Lodi a Busto Arsizio sarebbe utile. Lo sostiene – portando una serie di considerazioni tecniche – Franco Rabolini, esperto di infortunistica stradale, iscritto all’albo dei periti del Tribunale di Busto Arsizio. l tema - spinoso - è quello delle modifiche alla viabilità di viale Boccaccio: la decisione dell’amministrazione comunale di chiudere i varchi centrali, aggiunta al divieto di svolta a sinistra (eccezion fatta per le rotonde) ha provocato la mobilitazione degli abitanti di via Cardinal Ferrari, che con le nuove disposizioni sarebbero costretti a percorrere in auto almeno quattro chilometri, tra andata e ritorno, per raggiungere i principali servizi di Borsano (scuole, farmacia, ecc). Per venire incontro alle esigenze dei residenti, il consigliere delegato alla Viabilità Alex Gorletta, d’intesa con il sindaco Antonelli e gli uffici, ha varato la creazione di una rotatoria provvisoria (con i new jersey) all’incrocio tra viale Boccaccio e via Lodi, pensata per accorciare non poco il tragitto che dovrebbero completare gli abitanti di via Cardinal Ferrari per invertire il senso di marcia.
Il bus e il resto
I residenti, però, non sono convinti di questa soluzione, che reputano inutile. E chiedono un nuovo incontro con il consigliere Gorletta. Franco Rabolini analizza punto per punto le perplessità esternate dalla signora Rita Bandera, portavoce dei residenti. «Affermare che una rotatoria sia inutile, non può trovarmi concorde – premette il perito -. La presenza di una fermata del bus nelle vicinanze non può essere un problema, perché può essere spostata di qualche decina di metri prima o dopo la rotatoria stessa». Quanto al fatto che la costruzione della “rotondina” non garantisca il passaggio dei veicoli pesanti, Rabolini obietta che «nel vigente codice della strada esiste una prescrizione relativa alla cosiddetta “fascia di ingombro”»; prima di affermare che i camion non riescano a transitare, occorre dunque «effettuare un rilievo dimensionale dell’intersezione».
Le code al semaforo
I residenti hanno anche osservato – ma solo attraverso un calcolo empirico – che le code al semaforo non sono poi così lunghe da necessitare una modifica radicale della viabilità. Al riguardo, Rabolini fa presente che «una valutazione empirica non può essere considerata sufficientemente probante dell’effettiva situazione viabilistica». A fare testo devono essere i dati raccolti nel Put (Piano urbano del traffico), che riportano i volumi di traffico sull’intero arco della giornata, e non solo per i veicoli che proseguono dritto ma anche per le manovre di svolta. Infine, il tecnico mette in evidenza «l’importante azione di “traffic calming” esercitata dalle rotatorie, considerando che molti automobilisti scambiano i viali di Busto Arsizio per autostrade (questo vale non solo per viale Boccaccio, ma anche per viale della Repubblica, via Magenta ecc.). È anche appena il caso di evidenziare – chiosa Rabolini - che la costruzione di rotatorie nelle maggiori e più trafficate intersezioni, non solo a Busto Arsizio contribuirebbe con indiscusso vantaggio a una maggiore fluidificazione del traffico. Con una precisazione: fluidificare non vuol dire aumentare la velocità dei veicoli, ma ridurre i tempi morti o di attesa che inevitabilmente abbiamo in un incrocio semaforizzato».
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