CADREZZATE
Processo al sindaco: verso un accordo?
Diffamazione aggravata il reato contestato a Cristian Robustellini

«La campagna elettorale è già iniziata, questa volta con la famiglia Amoruso allargata. Per le candidature della lista, consiglio loro di rivolgersi a Cetto La Qualunque, sicuramente personaggio politico più serio di qualcuno». Firmato: Cristian Robustellini, il sindaco.
Il paragone con il celebre personaggio creato da Antonio Albanese - imprenditore calabrese di moralità tutt’altro che specchiata che si butta in politica facendo mirabolanti promesse agli elettori nel segno della corruzione e della cementificazione selvaggia - non è proprio piaciuto alla famiglia di Donato Amoruso, titolare dell’impresa funebre «L’Isprese».
Il quale, insieme con i suoi fratelli (tra cui un allora consigliere di minoranza a Cadrezzate), ha deciso di denunciare l’autore di quelle frasi, scritte su una chat di WhatsApp alla quale erano iscritti semplici cittadini, amministratori e dipendenti comunali. E così adesso il sindaco si ritrova a processo con l’accusa di diffamazione aggravata. In Tribunale, davanti al giudice Alessandra Sagone, Robustellini ieri, martedì 7 luglio, non s’è presentato. C’era invece il suo «avversario», che s’è costituito parte civile con l’avvocato Vito Pizzonia. Il legale, d’accordo con il difensore del sindaco, Giacomo Mastrorosa, ha chiesto e ottenuto un rinvio per proseguire le trattative fra le parti e arrivare a un accordo, una transazione con successiva remissione di querela. Se ne riparlerà a ottobre.
La vicenda risale alla fine di gennaio 2018. Pochi giorni prima lo stesso Amoruso aveva già avuto uno scontro con gli uffici comunali perché, arrivato al cimitero con una salma sul carro funebre, trovò il cancello chiuso. Una storia finita anche sul nostro giornale e che nel messaggio sulla chat «InfoCadrezzate» viene definita come «una carnevalata, con strumentalizzazione di un defunto». Che i rapporti tra la famiglia Amoruso e il municipio non fossero buoni lo dimostra anche la controversia per la costruzione della casa funeraria dell’impresa, i cui lavori furono bloccati dagli uffici e poi ripresi dopo una sentenza del Tar.
Nel mirino del sindaco non è finito solo l’Amoruso avversario in municipio, ma in generale «i signori Amoruso», che «non perdono occasione per mistificare la verità e la realtà».
Accuse pesanti, che hanno convinto la famiglia di origine lucana a ricorrere alle vie legali per tutelare il proprio onore. Ma anche il sindaco si è mosso con le carte bollate: «La vicenda che mi vede messo indebitamente sulla graticola - commenta - è verosimilmente collegata ad altra vicenda giudiziaria in cui sono invece parte offesa».
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