IL PROGETTO
Cairate, giù la torre dell’acquedotto
Il Comune ha deciso di abbattere il vecchio serbatoio di Peveranza

«Siamo stati gli ultimi ad avere tutto: le strade, la scuola, anche la torre idrica». Così un abitante del paesino di Peveranza racconta l’evoluzione della frazione più piccola di Cairate nel corso del secolo scorso. Racconta di come, dopo la guerra, la torre dell’acqua alla fine sia arrivata anche lì. Da una quarantina d’anni, però, il grande serbatoio in cemento realizzato alle spalle del vecchio asilo se ne sta inutilizzato in mezzo alle case.
E da lì, adesso, il Comune ha deciso che è arrivato il momento di toglierlo. A poche centinaia di metri di distanza, intanto, sono finalmente partiti i lavori per recuperare l’altro torrione che distingue Cairate, quello che è diventato un elemento caratteristico del paesaggio accanto alla palestra delle scuole medie.
IL VIA LIBERA
«Non c’è un pericolo imminente», ha spiegato il sindaco Anna Pugliese illustrando al Consiglio comunale l’iter che riguarda la torre idrica di Peveranza. Il torrione non sta cadendo, ma il tempo passa e i segni dell’età iniziano a vedersi sui materiali che formano la struttura, dunque l’amministrazione ha deciso di muoversi per impostare la messa in sicurezza di quel cilindrone che sovrasta il paese. Anche perché di tempo potrebbe volercene un po’: sono passati più di settant’anni da quando il serbatoio è stato costruito e dunque occorre interpellare la Soprintendenza per il via libera all’operazione.
Gli uffici del municipio hanno comunque già avviato le procedure per ottenere l’ok alla demolizione.
L’ALTRA STRUTTURA
I vicini non aspettano altro, qualcuno ha già fatto sapere di essere pronto a concedere il passaggio sul proprio terreno ai mezzi da lavoro, quando sarà il momento di tirare giù la struttura. In via Vittorio Veneto, invece, la situazione è differente. Lì la torre dovrebbe trasformarsi in un luogo della cultura e magari nella sede dell’archivio storico cittadino, con la possibilità che si possano organizzare anche visite periodiche per ammirare il panorama dalla sommità dell’edificio.
Il progetto di restauro conservativo ha già ottenuto nel 2022 la benedizione della Regione, che ha assegnato al recupero della torre civica un finanziamento da 350mila euro. «Il cantiere non sarà di ostacolo per le attività della scuola» la promessa fatta dall’amministrazione. In teoria i lavori dovrebbero concludersi attorno alla fine gennaio del prossimo anno. Anche in questo caso la Soprintendenza ha dovuto dare il suo parere e, in più, il progetto ha avuto bisogno di alcune piccole modifiche per risolvere una difficoltà logistica. Le operazioni sono partite dall’interno dello stabile proprio per non disturbare lo svolgimento delle attività scolastiche una volta che saranno riprese le lezioni.
BUON ONOMASTICO
Per la torre di via Vittorio Veneto, tra l’altro, è quasi ora di festeggiare. L’edificio scolastico accanto al quale sorge l’edificio è del 1931, ma solo nell’anno scolastico 1967-68 le medie si spostarono lì. Il nome della scuola che rende omaggio a Sally Mayer è stato scelto esattamente sessant’anni fa: era il 10 settembre del 1964 quando i docenti della media, che allora aveva sede al monastero, decisero di intitolare la secondaria all’industriale legato alla cartiera. Chi ha studiato alle Mayer sa che all’interno dei locali di via Vittorio Veneto viene ricordato anche un altro esponente della famiglia, Astorre.
IL VECCHIO ASILO
Per contro, la demolizione della torre idrica di Peveranza si lega al giardino del vecchio asilo della frazione. L’antica scuola dell’infanzia davanti alla chiesa è stata recuperata una ventina d’anni fa perché potesse diventare sede di iniziative culturali e mostre delle associazioni locali. Non ultimi, anche gli alpini hanno lì un punto di appoggio. L’abbattimento del grande serbatoio di cemento alle spalle dell’asilo potrebbe cambiare, forse, la fruizione dello spazio verde.
© Riproduzione Riservata