LA SVOLTA
Riapre il monastero di Cairate
Obiettivo: ritorno dei visitatori nel primo fine settimana di luglio

Conto alla rovescia per la riapertura al pubblico del chiostro di Santa Maria Assunta, a Cairate. Il primo fine settimana di luglio potrebbe finalmente essere quello buono per riportare i visitatori negli spazi dove il Barbarossa passò la notte prima della battaglia di Legnano.
L’attesa
La riapertura arriva dopo un’attesa legata sì al Covid, ma anche a una quadra tra municipio e Provincia per la gestione del complesso che in passato ha ospitato numerose iniziative. L’intesa si aspettava da tempo ed è stata messa nero su bianco soltanto a fine marzo. E mentre a far riprendere le visite saranno le guide storiche della Pro loco, nel futuro del Monastero c’è la mano della società patrimoniale di Villa Recalcati, che è proprietaria del quadrilatero benedettino e artefice del suo recupero milionario. Ma che - parole del vicepresidente, Alessandro Fagioli - «non ha né risorse economiche né umane per gestire il sito».
I volontari
Nei giorni scorsi la giunta cairatese ha sottoscritto un’intesa con l’associazione di promozione territoriale guidata da Serena Gatti per far ripartire i percorsi alla scoperta delle sale al pian terreno e di quelle visitabili al livello superiore. I volontari sono pronti a spiegare al pubblico la storia della nobildonna Manigunda che fondò il complesso, ma anche quanto il bene dedicato a Santa Maria Assunta sia stato fino a pochi decenni fa al centro della vita del paese. Il Comune, da parte sua, in vista della ripartenza ha già ingaggiato un’impresa che si faccia carico della pulizia delle stanze che ospitarono le monache.
La mano provinciale
Ma questo sarà solo il primo tassello di un piano più ampio. Il consigliere provinciale Fagioli, che ha la delega ad occuparsi dei siti quali il Monastero, ma anche Santa Caterina, Voltorre e Ganna, è deciso ad affidare tutti questi beni alla società patrimoniale che fa capo a Villa Recalcati. Un passo che potrebbe richiedere qualche mese - indicativamente da qui a fine anno - per i soli aspetti burocratici, ma che secondo Fagioli offrirà la garanzia che chi sinora ha reso possibile l’apertura e la cura dei siti (ovvero i volontari della Proloco nel caso di Cairate) non venga messo all’angolo tutto d’un tratto. «Sono state queste persone che storicamente si sono attivate ed è doveroso che rimangano coinvolte - sottolinea il numero due dell’ente varesino - diversamente sarebbe uno schiaffo alla realtà. Il percorso attraverso la società patrimoniale sarà fatto anche perché la Provincia possa dare il proprio indirizzo su questo aspetto». I modi del coinvolgimento, è chiaro, si potranno valutare solo al momento opportuno.
Economia di scala
Da considerare, ad ogni modo, c’è l’aspetto economico. Perché le stime fatte qualche tempo fa dicono che aprire il Monastero sei giorni su sette per dodici mesi può costare fino a 6-700mila euro l’anno di sola gestione. «Raccogliere sotto un unico gestore tutte le realtà può creare sinergie ed economie di scala», precisa Fagioli. Di sola passione, insomma, non si vive e la Provincia non può permettersi voli pindarici.
© Riproduzione Riservata