SICUREZZA
Cairate, protezioni sul ponte dei suicidi
Provincia e Regione devono avviare interventi per la sicurezza. Tre tragedie da giugno. Parla il vicesindaco Innocenti

Provincia e Regione sono i due enti chiamati in causa per i lavori al ponte di Cairate, che negli ultimi tre mesi, è tornato a essere “il ponte dei suicidi”. L’ultimo mercoledì pomeriggio, 29 settembre, quando un 28enne ha fatto un volo nel vuoto: non è stato possibile salvarlo. Uno shock, l’ennesimo, per la comunità di Cairate che da ormai troppi anni convive con il viadotto dal tremendo nome e dove in troppi hanno compiuto il gesto estremo.
Gli amministratori locali, conoscendo premesse, storia e ogni dettaglio, da tempo si sono mossi chiedendo un intervento che è già stato programmato dalla Provincia di Varese con un progetto e fondi di Regione Lombardia. L’ultima chiamata risale a ieri mattina, giovedì 30 settembre, quando alla luce dell’ultima tragedia il vicesindaco Luigi Innocenti ha parlato con un delegato provinciale per chiedere un aggiornamento sulle nuove paratie che dovrebbero essere posizionate. Se ne parlava già un mese fa: «Ho sentito un referente politico che ha affermato che i lavori sono in itinere. Ma vedo che passa il tempo e purtroppo non vengono eseguiti. È la provincia di Varese competente per il viadotto».
Non è una scusa quella accampata dal vicesindaco, ma una questione che ha ripercussioni sulla comunità perché di fatto il Comune non ha margini d’intervento sul viadotto. Innocenti sottolinea: «Di fronte alle tragedie, oltre che per rispetto alle famiglie, ci dobbiamo fermare».
Sul posto mercoledì pomeriggio sono intervenuti i carabinieri della Compagnia di Busto Arsizio agli ordini del capitano Annamaria Putortì che per l’ennesima volta hanno avuto l’ingrato compito di accertare il decesso insieme ai medici del 118 e avvisare i parenti della vittima.
Si tratta della terza tragedia dallo scorso 7 giugno quando a lanciarsi nel vuoto in piena notte era stato un 45enne di Fagnano Olona, padre di famiglia. Un shock per la comunità di fronte all’impotenza di salvare un uomo da un momento di debolezza e restituirlo a moglie e figli. In altre occasioni l’intervento dei militari dell’Arma è stato provvidenziale: sono riusciti a salvare parecchie persone, soprattutto di giorno.
Come è accaduto ad agosto quando i militari del nucleo operativo radiomobile hanno salvato un uomo di 61 anni. Troppi episodi che sono stati registrati, fino a ripiombare indietro nel tempo, nel 2000, quando una ragazzina di 17 anni si tolse la vita gettandosi nel vuoto a causa di delusioni scolastiche apparse insormontabili: una seconda bocciatura era stato troppo.
Ora è necessario un intervento drastico affinché le persone non pensino di potersi togliere la vita in modo semplice. Del resto è oggi divenuto troppo facile scavalcare per gettarsi nel vuoto. Le nuove paratie sono state finanziate: che Regione Lombardia e Provincia entrino in azione prima dell’inizio dell’inverno.
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