L’ANNUNCIO
Calcio, addio al Chiasso
Niente da fare per la società: dichiarato il fallimento

Sparisce dopo 117 anni il Chiasso, una delle squadre storiche del calcio svizzero, unica squadra straniera con trascorsi anche nel campionato italiano (oltre in tempi recenti il San Marino). I rossoblù “Momo” (questo è il soprannome dei tifosi e dei calciatori ticinesi) sono stati dichiarati ufficialmente falliti dalla pretura di Mendrisio. La “sentenza” chiude un periodo tribolato, segnato dalle difficoltà della squadra, precipitata in Promotion League, la terza serie elvetica, oltre che dalle speranze risultate vane di un salvataggio da parte di fantomatici investitori americani che alla fine, per coprire i debiti, hanno immesso solo tre sterline.
L’ultimo atto ha avuto il copione di una farsa. Nella mattinata di venerdì 27 gennaio è arrivato il messaggio di un sedicente studio legale di Madrid, rappresentante la misteriosa cordata a stelle e strisce, in cui si annunciava in tempi rapidi l’immissione di 600.000 franchi svizzeri necessari ad appianare parte dei debiti, che ammontavano a tre milioni. «Fiumi di parole non credibili», così ha censurato la promessa il pretore, prima di mettere la definitiva parola “fine” su una storia iniziata il 16 ottobre 1905 all’osteria Grotto del Carlino, da un gruppo di ferrovieri. Così il Chiasso, che era terzo in classifica e che avrebbe dovuto riprendere il campionato a fine febbraio, sparisce dal torneo e tutti i giocatori tra cui parecchi italiani come lo stesso allenatore Luigi Tirapelle (ex attaccante di Chiasso, ma anche bomber del Verbania, Solbiatese, Legnano ed Omegna) sono svincolati.
UNA STORIA GLORIOSA
La storia del Chiasso, che giocava nel bell’impianto del Riva IV che poteva contenere 5000 spettatori, è lunga e gloriosa con tanti italiani protagonisti. In 117 anni i rossoblù hanno disputato 28 campionati in massima divisione, l’ultimo nel 1992-93 ed hanno vinto due Coppe di Svizzera. A poche ore dalla decisione del fallimento, il tecnico Luigi Tirapelle ha detto: «Sono molto amareggiato, soprattutto per i giocatori che davvero hanno dato tutto. Fino all’ultimo ci abbiamo davvero sperato. Mi dispiace anche per i tifosi, che non meritavano una fine così ingloriosa della loro squadra». Il Chiasso ha l’onore di aver accolto il primo derby in assoluto tra Milan e Inter nel 1908, con la vittoria dei rossoneri con tanto di tifosi al seguito giunti da Milano. Nel 1913 la dirigenza del Chiasso, ritenendo insufficiente il livello calcistico elvetico, decise di iscrivere il club al campionato italiano. La prima gara fu con la Juventus. Il Chiasso rimase in Italia dal primo dopoguerra fino al 1923 giocando in Prima Categoria (odierna A) unica squadra straniera, ma disputando le gare a Maslanico vicino a Como. In Svizzera gli anni ‘50 furono i migliori con la squadra a sfiorare lo scudetto, ma gli italiani ricordano quelli ‘70, quando dal 1976 al 1979 giocò nei ticinesi l’ex milanista e juventino Josè Altafini con 33 gare e 16 gol, una delle leggende del calcio mondiale.
VARESINI IN PANCHINA
Gli ultimi anni furono caratterizzati da saliscendi tra B e C con alternarsi di trainer italiani e varesini come Ernestino Ramella ed Alessandro Lupi, e anche altri nomi noti gli ex juventini Roberto Galia e Gianluca Zambrotta, il torinista Giancarlo Camolese e l’ex allenatore del Legnano Giuseppe Scienza. Fino al triste epilogo finale. In Ticino negli anni passati hanno dichiarato fallimento il Locarno ed il Bellinzona in B che poi sono ripartite dalle serie dilettantistiche.
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