IL DELITTO DI PASQUA
"Camboni sapeva d'uccidere"
Il perito del pm favorevole al rinvio a giudizio dell'assassino della figlia. La difesa: "No. Ha turbe psichiche"
Nella mattinata di mercoledì 11 gennaio la perizia psichiatrica sul delitto di Pasqua a Gavirate è stata discussa davanti al giudice delle indagini preliminari Cristina Marzagalli. Lo psichiatra Mario Girola ha illustrato il suo lavoro al gip e alle parti e ha spiegato perché a suo parere Mario Camboni, 69 anni, era capace di intendere e di volere quando uccise a coltellate la figlia Alessandra e ferì l’altro figlio, Federico nel residence in cui da qualche tempo viveva solo. I difensori di Camboni, gli avvocati Maria Portalupi e Paolo Bossi, contestano le conclusioni della perizia sulla base di quanto ha stabilito il loro consulente: l'ex finanziere non sarebbe stato in sé al momento del delitto perché avrebbe sofferto di uno stato dissociativo temporaneo, conseguenza di un disturbo della personalità acuito dall'allontanamento da casa gestito proprio dai figli.
Camboni che era in aula ed è apparso smarrito e sofferente, dice di non ricordare nulla delle coltellate: per il dottor Girola si tratta di una reticenza che rappresenterebbe un tentativo di autodifesa, mentre per i difensori l'anziano soffrirebbe di un'amnesia "a macchie", a riprova dei suoi problemi psichiatrici.
Ora il pm Luca Petrucci si prepara a chiudere l'indagine e a chiedere il rinvio a giudizio di Camboni.
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