IL CASO
Cantalupo attende giustizia
Un anno fa l’esplosione causata dalla fuga di gas che uccise un’anziana. L’indagine è ancora aperta

Un anno è passato ma la ferita è ancora aperta, sia tra chi ha vissuto direttamente la perdita di una persona cara, sia per l’intera comunità che vive nella frazione cerrese. Stiamo parlando della tragica esplosione, causata da una fuga di gas, che nel pomeriggio dell’11 novembre 2015 distrusse un’abitazione in via Risorgimento a Cantalupo, uccidendo l’ottantenne Virginia Bollati, e ferendo altre due persone.
Per i cantalupesi fu una sciagura senza precedenti, che seminò inquietudine tra i residenti, con la paura di altre perdite di metano e con disagi durati per settimane.
Dopo 365 giorni si attende però ancora la conclusione della fase istruttoria dell’inchiesta, con una quindicina d’indagati ma ancora nessun rinvio a giudizio. Dalla famiglia Bollati, i figli della vittima si sono limitati a far sapere che confidano nel lavoro della magistratura e dei carabinieri, e che sono certi che il lavoro d’indagine sarà fatto per il meglio, mentre in via Risorgimento sono anche partiti i lavori di ricostruzione della villa rasa al suolo dalla deflagrazione.
La vicenda, in effetti, è piuttosto complicata, anche dal punto di vista giudiziario. Fondamentale, infatti, quanto successe il 10 novembre, il giorno prima del disastro. La via, nella zona a lato del grande prato che tutte le estati ospita il luna park, era stata interessata dai lavori di posa della fibra ottica. Qualcosa, però, andò storto e per errore venne perforato un tubo della rete del metano. Fu segnalata la fuga, e l’allarme scattò subito, con i tecnici del gestore e i vigili del fuoco sul posto. Le ricerche della perdita andarono avanti fino al giorno successivo, ma senza alcun ordine di evacuazione delle abitazioni circostanti. Quando avvenne lo scoppio, i tecnici erano ancora sul posto, e solo gli scavi successivi permisero di scoprire un foro di 10 centimetri in un tratto di tubatura a pochi metri dalla casa di Virginia Bollati. Ci vollero giorni per poter ripristinare l’erogazione del gas nelle abitazioni più vicine e anche la viabilità rimase compromessa a lungo con disagi soprattutto nella zona al confine con la frazione nervianese di Sant’Ilario.
In attesa che l’inchiesta si concluda, Thomas Cozzi, uno dei due figli della signora Bollati, ha voluto concedersi uno sfogo, che tocca direttamente la giunta comunale del sindaco Teresina Rossetti:«Un mio rammarico - ha detto - è che a un anno dalla tragedia, dall’assessorato ai Servizi sociali, dopo quello che è capitato alla nostra famiglia, non sia mai arrivata nemmeno una telefonata».
Servizio completo sulla Prealpina di venerdì 11 novembre
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