CANTON TICINO
Riaccese le luci rosse
Valide tutte le regole per difendersi dal Covid... tranne il distanziamento

Si riaccendono le luci rosse oltre frontiera. Da ieri, sabato 6 giugno, nella vicina Svizzera sono tornati attivi i locali di piacere. È ricominciata la loro attività legale, con l’osservanza di precise norme. Si tratta di un inizio con il freno a mano un po’ tirato, come è normale che sia, e che vedrà i postriboli chiudere alla mezzanotte, almeno per ora, con una serie di regole da osservare nei locali equiparate a quelle attive nel settore della ristorazione, almeno per la parte di locali che hanno anche attività di bar.
Lo scorso 16 marzo l’esercizio della professione era stato vietato per prevenire la diffusione del virus e in Ticino i 9 locali e 15 appartamenti autorizzati, dove esercitavano circa 260 prostitute, sono stati chiusi. Le notizie di quei giorni dicevano che la riapertura non sarebbe avvenuta prima della fine di agosto. Invece, pur se con molte incertezze visto il delicato settore che presuppone un contatto stretto, le luci rosse si riaccendono.
A proposito di ciò, merita di essere raccontato quanto avvenuto qualche girono fa a Berna, durante le canoniche conferenze stampa dei ministri svizzeri con i giornalisti, con un quesito posto al ministro della Sanità per la Confederazione, Alain Berset. «Una domanda per Alain Berset - si sente nella sala del Palazzo Federale - vige ancora il divieto per competizioni sportive con stretto contatto fisico, come la lotta svizzera, ma possono riaprire i servizi erotici, perché? Anche qui c’è uno stretto contatto fisico». La domanda posta del corrispondente RSI a Berna, Mattia Serena, ha spiazzato il politico neocastellano sempre accompagnato da una dose di buonumore ed è diventata un tormentone su Facebook, dove sono spuntati vari filmati e «meme» che la ripropongono insieme alla risposta un po’ imbarazzata del ministro della sanità, che aveva appena finito di fare il punto sulle aperture sulle varie attività ferme a causa del coronavirus. Berset ha spiegato che i servizi erotici verranno riaperti previa implementazione di un concetto di protezione, e che l’obiettivo è di permettere a chi esercita la prostituzione di accedere nuovamente ai servizi di prevenzione e di evitare lo sviluppo di un’economia sommersa, che vi sia in sostanza un esercizio del mestiere più antico al mondo in maniera illegale, magari asserviti a pratiche di sfruttamento.
Va precisato che la collaborazione tra autorità cantonali, come la Polizia Teseu che si occupa di questo settore, e i gerenti dei locali a luci rosse, è intensa. La nuova legge cantonale del primo luglio 2019 ha infatti permesso di regolare un settore a lungo in bilico tra legalità e illegalità, con pure maggiori tutele sulla salute e contro il rischio di tratta delle donne.
Ha fatto invece discutere lo scorso anno la modalità di tassazione introdotta: è infatti il gestore del locale a prendere 25 franchi forfettari giornalieri alle professioniste del sesso che dovranno poi essere riversate allo Stato, un modo per combattere il mancato pagamento delle tasse e l’evasione fiscale.
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