CUB MOBILITATA
Malpensa, il caos e l’allarme al T1
Insulti e minacce dai passeggeri, aeroportuali preoccupati: «Non siamo più sicuri».

Quando un passeggero ha cercato di tirare uno schiaffo e un gruppo ha fatto un accerchiamento, i dipendenti aeroportuali hanno detto basta. Insulti e minacce sono ormai la normalità al Terminal 1. Tre i casi accaduti nel weekend di Ferragosto: uomo ha cercato di colpire un operatore al check-in, un altro ha lanciato una transenna e, infine, diversi si sono scatenati mentre al gate distribuivano i buoni pasto a causa del ritardo di un volo. I passeggeri sono sempre più molesti e pericolosi. Seguono, inseguono, sono pronti anche all’aggressione fisica spaventando chi presta servizio nell’area degli imbarchi. Per loro ormai lavorare è diventato un terrore. Temono per la loro incolumità fisica e lanciano l’allarme dopo gli ultimi eventi: «Aiutateci, non lavoriamo sicurezza. Non vogliamo tornare a casa con un occhio nero o con un coltello nella pancia», riferiscono ai sindacati, in particolare a Renzo Canavesi colonna del Cub Traporti che ha già chiesto un incontro a Sea e ad Airport Handling e che ipotizza uno sciopero per accendere i riflettori sul tema sicurezza.
Stremati psicologicamente
«”Str…zi, siete delle m…de, dovete crepare”: sono le parole che ci si sentiamo ripetere non appena osiamo dire che ci sono problemi per bagagli e documenti», raccontano gli operatori ormai stremati psicologicamente. Perché i passeggeri si arrabbiano così tanto? Perché diventano violenti? I lavoratori mantenendo l’anonimato riferiscono: «Prima di tutto sono aumentati i controlli e i documenti legati alla sicurezza sanitaria per la pandemia. Chi viaggia spesso non si informa, non arriva con le certificazioni adatte. E in particolare i test molecolari e antigenici hanno provocato molti problemi: tantissimi non sono partiti. Ma la colpa è stata degli operatori. Molti hanno i certificati contraffatti e non possiamo autorizzare le partenze. Ci sono misure rigide su date dei test e cambiano per ogni destinazione. Per non parlare della circolazione: non è libera neppure nell’area Schengen. Anche in questo caso controlliamo i documenti e la loro validità, compresi i permessi di soggiorno, oltre a febbre e certificati sanitari. Tirando le somme: «I passeggeri non accettano il no, pretendono di avere ragione e partire diventando aggressivi».
I limiti di peso
Altra nota dolente: gli extra per i bagagli che superano i limiti di peso. «Non si tratta di un chilo su cui chiudere un occhio, spesso si parla di una decina almeno e per una compagnia aerea sono circa 200 - 300 euro», spiegano gli operatori. «Noi facciamo il nostro lavoro e siamo controllati. Non possiamo permetterci di far passare bagagli in eccedenza, senza contare che ci sono anche ragioni di sicurezza. Ma quando dici ai passeggeri che devono pagare, scatta la violenza».
Memorizzano i volti
Altro capitolo, il caso è scoppiato quando 250 albanesi che hanno cercato di dirottare il volo dei cugini kossovari. Risultato carica dei 500 imbufaliti al gate. «Abbiamo avuto molta paura: per questo chiediamo alle forze dell’ordine di essere più dure e rigide con i passeggeri», rimarcano. «Basterebbe farli calmare negli uffici di polizia». Sempre più spesso infatti le persone che non partono memorizzano i volti dei dipendenti per aspettarli all’uscita e al parcheggio spaventandoli e insultandoli. «Qualcuno agisca, prima che accada qualcosa di brutto. Eravamo così felici di riprendere il lavoro, ma ora quasi c’è da desiderare la cassa integrazione».
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