IN PRESTITO DAL LEEDS
Caprile, la Pro Patria e l’ambizione azzurra
Ha già respinto due rigori. Il sogno: «La Nazionale»

Dall’Inghilterra con furore. Elia Caprile, classe 2001, ha conquistato compagni e tifosi. La Pro Patria ha scoperto questo giovanissimo e promettente portiere cresciuto nel Chievo e poi al Leeds, alla corte di “El loco” Bielsa, protagonista del successo sulla Juve U23. Una bella storia, di coraggio, forza di volontà e convinzione nei propri mezzi. Giovane, simpatico, determinato, un portiere moderno e talentuoso.
Quali le sue sensazioni dopo il trasferimento alla Pro Patria?
«Una chance di cui si parlava da tempo ma tutto era legato al Leeds che doveva individuare un altro portiere prima di lasciarmi partire. Conoscevo mister Prina, i compagni mi hanno accolto bene ed eccomi qui».
Si aspettava un esordio così?
«Non potevo chiedere di meglio. Ho fatto bene ma sono solo 4 partite. Il campionato è lungo, le prestazioni personali devono essere funzionali alla squadra. Anzi, conta sempre il risultato in funzione della squadra. Se una mia buona prestazione è per il bene della Pro sono felice».
Quali differenza fra qui e la Premier?
«In Italia c’è più tattica, in Inghilterra fanno giocare di più. Del resto noi italiani siamo i migliori difensori e abbiamo la miglior fase difensiva. Penso che le big si equivalgano, il gap fra noi e loro sono le “piccole” perché là girano più soldi».
Come hanno vissuto in famiglia il trasferimento a Leeds?
«La situazione al Chievo non era più gestibile, a novembre di due anni fa si è aperta la possibilità Leeds. I miei genitori mi hanno lasciato libero. “La carriera è tua, fai le scelte con il tuo procuratore” ma a me piace coinvolgerli. L’inizio è stato duro, per la prima volta in un paese nuovo però a Leeds, fin da subito, c’è stata grande fiducia e serenità».
In fondo è come se fosse a casa: sa che Busto è detta la Manchester d’Italia?
«Non lo sapevo. È ovvio che essere tornato in Italia è bello ma a Leeds ho vissuto un periodo intenso con tante soddisfazioni ma anche con momenti difficili, Covid compreso. Ho fatto da solo la quarantena in Inghilterra e anche per i miei non è stato facile. Ho tenuto duro e abbiamo vinto il campionato Under 23, una grande gioia».
Ormai si è fatto la fama di para rigori: è un peso o uno stimolo?
«Uno stimolo, si può sempre fare meglio e cercherò di fare onore a questa “fama” ma a io penso sempre alla squadra».
Dalla giovane Juve al Piacenza, un altro test complicato.
«Battere la Juve è stato molto importante, ne avevamo bisogno e ci siamo tolti un peso. Il Piacenza ha fatto pari a Trieste contro una delle favorite. Sono bravi ci sarà da lottare e soffrire. Però stiamo lavorando bene e siano fiduciosi».
Lei è giovane, quali i suoi obiettivi?
«A breve termine la salvezza della Pro e quello che verrà dopo magari togliendoci qualche soddisfazione. Quindi rientrare a Leeds per essere richiamato in Nazionale. Lavoro per questi tre obiettivi. Vestire maglia azzurra è una delle cose più belle, voglio continuare così e ricevere di nuovo una chiamata»
© Riproduzione Riservata