LA STORIA
Cartoline dalla guerra, con amore
«Vi bacio, vostro papà». Angelo Luoni di stanza a Rodi nel 1944 le inviò ai suoi figli, l’ultima prima di morire

Quanto è grande l’amore di un padre per i propri figli? Più della distanza, delle atrocità della guerra e della prigionia. E Angelo Luoni, cardanese classe 1907 e titolare della distilleria Fratelli Luoni di Somma Lombardo, lo ha sempre dimostrato ai suoi figli Piero e Rosanna, anche quando, durante la seconda Guerra Mondiale è stato mandato a combattere sul fronte africano. Come molti altri commilitoni, era di stanza a Rodi, lì è stato fatto prigioniero e imbarcato sul piroscafo Oria come deportato.
La nave, scortata da tre torpedinieri è salpata nella notte dell’11 febbraio 1944 in direzione Pireo, e a causa di una tempesta è affondata poche ore dopo nelle vicinanze dell’isola di Patroco, detta anche l’isola degli asini. Una tragedia che ha tolto la vita a 4.116 uomini e ne ha risparmiati poco più di una quarantina. Nel 2014 è stato ritrovato il relitto e, in occasione del settantesimo anniversario dell’affondamento, è stata posata una lapide sul fondale a fianco della nave.
Ora, a distanza di 75 anni da quel triste giorno, la pronipote Ivana Piotti Dejana ha deciso di rispolverare le cartoline che il suo prozio aveva inviato da Rodi ai suoi due figli.
«Mia cugina ha gelosamente conservato le cartoline tutti questi anni come un piccolo tesoro in ricordo dell’amore che suo padre Angelo aveva per lei e per suo fratello», racconta la pronipote: «Anche se era prigioniero, ha sempre avuto un pensiero dolce per i suoi figli».
«Vi mando la prima cartolina della serie, che poi canterete insieme, sicuro che Piero sarà il primo attore. Vi bacio, vostro papà Angelo». Così, con queste tenere parole scritte, il 23 giugno 1943, Angelo inviava «ai bambini Luoni Rosanna e Piero» un messaggio d’amore per quei figli che, come raccontava, erano la sua gioia più grande. Cinque cartoline, ognuna con una disegno diverso e una strofa del testo di Lilì Marlen accompagnate da un disegno con un soggetto ricorrente, un giovane soldato.
«Caro Piero, ti invio i miei più fervidi auguri. E devi scusarmi demeritato mio, perché questa ti arriverà un po’ più tardi», scriveva nell’ultima cartolina inviata e data 29 giugno del ‘43, «Cara Rosanna, questa cartolina ultima della serie, della Marlen è per te, perché sei la più grande. Tanti baci a tutti e due. Vostro papà Angelo».
Cinque cartoline simbolo di un legame forte che gli anni della guerra non hanno scalfito e che, come ricorda la pronipote «oggi nella festa del papà rappresenta l’amore di tutti quei papà che sono partiti per combattere e che non ha più potuto riabbracciare i propri figli».
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