L’INDAGINE
In casa la serra di cannabis
Trentaquattrenne arrestato: usava un appartamento disabitato per ricavare hashish e marijuana da vendere

«Sono un ricercatore!».
L’ultima difesa del trentaquattrenne ha fatto sorridere i carabinieri della Stazione di Carnago che nella mattinata di ieri hanno scoperto una serra-laboratorio in cui si coltivava la canapa per ottenere marijuana e hashish.
Il solerte contadino-pusher nonché sedicente ricercatore (d’illeciti profitti?), è finito agli arresti domiciliari con l’accusa di produzione, estrazione e detenzione di sostanza stupefacente ai fini di spaccio.
La scoperta ha dell’incredibile ed è avvenuta durante la perquisizione dell’abitazione del giovane, da tempo tenuto sotto controllo per i movimenti notati intorno alla sua residenza, in pieno centro abitato.
Ipotizzata l’attività illecita, però, i carabinieri si sono trovati di fronte a pochi grammi di hashish tirati fuori dallo stesso trentaquattrenne che, per sviare l’indagine, ha ammesso l’uso di sostanze stupefacenti.
Affatto convinti di quel colpo teatrale, gli investigatori hanno esteso la perquisizione anche alle pertinenze dell’appartamento e ai locali che apparentemente potevano risultare estranei alla disponibilità del proprietario di casa. Reperite tutte le chiavi di potenziali serrature all’interno dell’abitazione, i carabinieri hanno così trovato quella giusta e aperta una porta hanno trovato quel che cercavano: una vera e propria piantagione di cannabis per produrre marijuana con arbusti dell’altezza di circa due metri cresciuti in serre costituite da teli montati su intelaiature e riscaldate da lampade viola.
L’attività era stata organizzata nei minimi dettagli. Vi erano persino ventilatori e pannelli in metallo per orientare il calore e la luce artificiale. Più di venti arbusti di marijuana, alcuni dei quali già in fioritura, al termine degli accertamenti sono stati spiantati e sequestrati. Ovviamente anche l’intera apparecchiatura è stata sottoposta a sequestro, oltre a due sacchi contenenti foglie già essiccate e pronte alla vendita.
La piantagione si estendeva in più stanze di quello che era un appartamento disabitato. Con precisione il laboratorio era formato da cinque box completi di sistema di riscaldamento, illuminazione temporizzata per ricreare il ciclo giorno-notte, ventilazione e aspirazione forzata che espelleva l’aria verso l’esterno precedentemente filtrata con filtri a carboni attivi. Tra gli strumenti da lavoro vi era anche un attrezzo utilizzato per l’estrazione dell’olio dal quale si ottiene l’hashish. E non mancavano bilancini di precisione e materiale atto al confezionamento.
Proprio in quel momento, davanti all’evidenza, il trentaquattrenne ha dichiarato di ritenersi un ricercatore ma è invece stato… dichiarato in arresto e sottoposto ai domiciliari, a disposizione della Procura della Repubblica di Varese.
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