«Caro Papa, Eva è morta nell’omertà Abusata in parrocchia, lettera dei genitori alla Santa Sede

Hanno atteso sei mesi, nel silenzio e nella sofferenza, che il loro appello ricevesse un riscontro. Attendevano un segno di attenzione anche piccolo, magari un “ricevuto” a quella loro lettera di genitori disperati che si erano rivolti a Papa Francesco per trovare un conforto nel momento più drammatico della loro esistenza. Ma al pontefice la missiva probabilmente neanche è arrivata, finita chissà dove fra i tanti scritti inviati per tramite ai suoi collaboratori. In questo caso spedita al cardinal Gerhard Ludwig Mueller, a capo della commissione anti-abusi del Vaticano. Era il 21 luglio quando mandarono la raccomandata, «ma nessun cenno è arrivato in tutto questo tempo, così oggi vogliamo rendere pubblico il nostro pensiero di allora, ostinandoci a pensare che in qualche modo il Papa possa leggerlo», dicono Roberto e Giovanna Sacconago, genitori di Eva, la giovane volontaria dell’oratorio di Sant’Edoardo morta suicida e finita al centro di un tesissimo processo che si è concluso il 10 dicembre scorso con la condanna di un’ormai ex suora a tre anni e mezzo di reclusione, per abusi sulla ragazza. Ecco di seguito, la loro lettera al Santo Padre.
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Caro
Papa Francesco,
sappiamo che Lei ha sempre una parola di conforto per tutte le persone che stanno soffrendo. Non chiediamo aiuto, perché ormai aiuto non possiamo più averne da quando la nostra piccola se l’è portata via quell’ormai lontano 22 giugno 2011. Forse sarà giunta anche a lei, caro Papa, la “irreale” eppure “reale” situazione (che iniziò nel lontano 1998 e finì nel giugno 2011) che ha colpito prima di tutto nostra figlia Eva - allora solo quattordicenne - e contemporaneamente noi, che siamo i suoi genitori.
Ci stiamo veramente stupendo perché noi genitori, lo ammettiamo, ci consideriamo un po’ “pecorelle smarrite”, ma il Pastore in questi momenti di nostra sofferenza dove si trova? Ci rendiamo conto solo ora di quanta falsità e omertà esista da parte di preti e suore che non possiamo né capire, né giustificare (...).
Ci stupisce questa cosa perché nostra figlia Eva, per ben quattordici anni, ha dedicato la sua vita a chi aveva problemi all’oratorio, in qualità di catechista, animatrice e organizzatrice di varie manifestazioni ed eventi. Ha avuto modo anche di partecipare alla Giornata mondiale della Gioventù di Colonia e aveva organizzato con l’oratorio anche a quella del 2011... non riuscendo però ad andarci... perché ci ha lasciati prima.
Vorremmo farle conoscere, con alcune pagine di giornale (La Prealpina) che le alleghiamo a questa lettera, la sua vera storia, che tutt’ora sta andando avanti per via di un processo al Tribunale di Busto Arsizio a carico dell’indagata, cioè una ex suora, Maria Angela Farè.
Non abbiamo altre parole da dirLe, sappiamo che è sempre molto preso e La lasciamo a tutti i suoi impegni. La preghiamo solamente di leggere questi allegati di cronaca, pensandoci. E pensando anche che nostra figlia non potremo più riaverla, né rivederla, anche se la ex suora venisse punita.
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