LA GIUSTIFICAZIONE
«Volevo aprire un conto corrente»
La difesa della donna della banda di cinque persone che lunedì mattina è stata arrestata prima di rapinare la banca
La donna della banda dei cinque che lunedì 4 febbraio tentò di rapinare la Credit Agricole Cariparma nega di essere coinvolta nella rapina in banca: voleva aprire un conto corrente.
Rapinatrice? Ma quando mai. «Lunedì mattina da San Colombano al Lambro sono venuta a Caronno a fare un giro e ho deciso di aprire un conto in banca»: si è giustificata così la donna della banda arrestata dai carabinieri pochi attimi prima di ripulirla.
Nella mattinata di ieri, giovedì 7 febbraio, i cinque indagati sono stati interrogati in carcere dal gip Piera Bossi: quattro di loro, tre dei quali palermitani, hanno deciso di avvalersi della facoltà di non rispondere.
«Vogliamo prima poter consultare gli atti con attenzione, per capire quali siano le esatte contestazioni», chiarisce l’avvocato Francesca Cramis, difensore di due dei siciliani. Il gruppo era monitorato da tempo dai militari di Lodi: veri e propri pendolari della rapina, erano già al centro di un’indagine che ha permesso di ricondurre a loro un assalto da circa 60 mila euro in una banca lodigiana commesso l’8 gennaio.
Contro di loro ci sono copiosissime intercettazioni ambientali e telefoniche che, se è vero che inguaiano i cinque, è altrettanto vero che non sono di facile interpretazione. Perché gli indagati parlavano solo in stretto vernacolo palermitano e le captazioni non sono state ancora tradotte: «Dovremo valutarle bene», chiosa Cramis.
Stando a quanto accertato, l’altra mattina i cinque avevano preso di mira la filiale caronnese del Credit Agricol Cariparma, in viale Cinque Giornate. I militari lodigiani, con la collaborazione dei colleghi locali, li hanno fermati in tempo. Nelle due auto perquisite sono stati trovati non solo sciarpe e cappellini tipici del mestiere ma anche le fascette di plastica autobloccanti con cui legare i clienti e i dipendenti, modus operandi molto simile a quello usato a Graffignana un mese fa. Non sono state però trovate armi.
Di certo comunque erano professionisti organizzati: uno di loro, noto per i suoi precedenti, si era preoccupato di spalmarsi sulle mani una colla a presa rapida per evitare di lasciare impronte digitali.
© Riproduzione Riservata