SICUREZZA
L’ex Emi ora è terra di nessuno
Forzati i cancelli: nell’ex fabbrica della musica furti e scarichi abusivi

Incursioni nel capannone ex Emi di via Bergamo. Ignoti, chissà se in una sola occasione o ripetutamente, hanno violato i sigilli entrando nella vecchia fabbrica per depredarla del rame e gettare eternit.
A fare la scoperta, puntualmente segnalata al Comune con il loro report settimanale, sono gli “Eco-volontari non a caso”, associazione di cittadini sensibili all’ambiente che raccolgono rifiuti abusivi su tutto il territorio.
Furto e scarichi
Nel corso delle solite operazioni di pulizia, i volontari si sono accorti che i cancelli della ditta erano stati aperti, la catena spaccata con delle tenaglie: «È accaduto sul lato di via Milano, in un punto dov’è difficile rendersi conto dell’effrazione – spiega Donato Lamberti – Solo avvicinandosi si vede bene dall’esterno che hanno sventrato la cabina elettrica per asportare il rame. Come se non bastasse, hanno gettato delle lastre di amianto». I volontari hanno anche notato che i ladri hanno girato le telecamere verso l’alto, in modo che inquadrassero il cielo anziché il piazzale interno dell’azienda, così da essere sicuri di non venire ripresi.
Un report sull’accaduto è stato trasmesso al Comune, informato dei fatti. I volontari hanno dato il buon esempio rimuovendo i rifiuti abusivi davanti alla vecchia fabbrica, dove rimangono a lungo i camionisti: «Abbiamo ripulito l’area antistante, dal lato della via Bergamo, raccogliendo tutta la spazzatura gettata a terra – riferisce Lamberti – A quanto pare, durante le loro soste gli autisti mangiano e non si curano di buttare dove capita resti di cibo, involucri, bottiglie e lattine». Il risultato è un degrado assoluto, pessimo biglietto da visita per chi passa lungo la Varesina. Sono lì a dimostrarlo tutti i sacchi di rifiuti raccolti, per poi essere portati alla piattaforma ecologica. Ancora una volta i volontari hanno dimostrando una sensibilità ambientale che sarebbe bene si diffondesse soprattutto fra i più giovani. La Emi di Caronno, prima dell’avvento di internet e della crisi del settore discografico, aveva stampato per anni i dischi di artisti internazionali del calibro di Vasco Rossi, Rolling Stones e Pink Floyd, nonché dei più famosi cantanti della musica leggera italiana.
Passato glorioso
Quello di via Bergamo fu infatti uno stabilimento che fece la storia della discografia in Italia. La chiusura di quella che divenne poi la Ims, International Media Service, arrivò nel 2012, al termine di una battaglia sindacale che durò mesi, addirittura con presidi di protesta notturni (in pieno inverno) davanti ai cancelli di via Bergamo. Alla fine fu annunciata la mobilità di oltre cento lavoratori: gli appelli a cantanti, politici e imprenditori erano caduti nel vuoto. Sul destino dell’ex Emi pesano le parole del segretario varesino di Al Cobas-Cub: «La Ims non andava male. Aveva molte commesse ed era in piena attività. Sono le scelte finanziarie sbagliate ad averla uccisa». Ora resta il capannone, che occupa una superficie di 15mila metri quadrati e che con i cancelli aperti potrebbe diventare pericoloso per i ragazzi che in cerca di emozioni potrebbero decidere di esplorarlo.
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