LA PROTESTA
Caronno se la prende coi piccioni
I volatili non danno pace ai residenti, costretti a pulire il guano tutti i giorni da balconi e davanzali

«Ma quanti colombi». È protesta per il proliferare dei piccioni da piazza Pertini a via Trieste, da piazza Aldo Moro a piazza Vittorio Veneto, fino alle via Adua e Dante. Questi volatili, che proliferano non poco, hanno invaso anche i cortili limitrofi, togliendo la pace ai residenti costretti a pulire il guano tutti i giorni. E c’è preoccupazione soprattutto per quest’ultimo aspetto, che oltre al degrado causa timori per le conseguenze igienico-sanitarie.
Forse non tutti sanno però che da anni è in vigore un’ordinanza comunale mirata proprio a scoraggiare la proliferazione dei colombi: introdotta dall’ex sindaco Loris Bonfanti, prevede multe fino a 300 euro per chi dà cibo ai piccioni.
Non solo è vietato cibarli, ma si devono adottare tutte le soluzioni igieniche che facciano diminuire, se non cessare, la nidificazione. Una decisione presa nell’ottica di «eliminare il pericolo di trasmissione di malattie infettive, nonché il degrado degli edifici pubblici e privati», si legge nel documento.
Nel concreto i cittadini non devono alimentare i piccioni né abbandonare cibo, nonché provvedere alla sistemazione e alla pulizia periodica di locali e anfratti in cui possono avere nidificato o rilasciato il guano; infine devono pulire i marciapiedi e il suolo pubblico imbrattati.
Attenzione particolare dev’essere rivolta a terrazzi, davanzali e cortili, punti nei quali è bene evitare che i colombi si possano fermare. «Laddove è possibile, come ad esempio sui cornicioni o sulle pensiline, - si legge nell’ordinanza - si devono applicare dei dissuasori per evitare la sosta abituale o persino permanente».
Per chi non rispetta le prescrizioni (a vigilare è la polizia locale) sono previste sanzioni amministrative a più zeri: le multe variano da 50 a 300 euro.
Quello dei troppi piccioni è in ogni caso un problema che si trascina da parecchio tempo: nel 2008 era stata avviata una campagna di sterilizzazione. In pratica era stato sparso un farmaco anticoncezionale, la nicarbazina, utilizzata con successo come antiparassitario, mischiata col mais nelle prime ore del mattino.
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