L’INCHIESTA
Saporiti: pagai la decima a Nino
Revocato l’obbligo di firma all’ex assessore che ha confessato una bustarella di 500 euro a Caianiello
«Quei soldi me li chiese insistentemente, prima tergiversai ma poi pensai che era meglio darli».
Così uno dei circa cento e oltre indagati della maxi-inchiesta della Dda di Milano che ha svelato un vasto sistema di corruzione e appalti pilotati, ossia l’ormai ex assessore all’Istruzione del Comune di Cassano Magnago, Paola Saporiti ha ammesso, in sostanza, davanti al gip Raffaella Mascarino di aver girato a Nino Caianiello, il presunto “burattinaio“, la cosiddetta “decima“, cioè il 10% dell’emolumento che incassò grazie alla nomina in una società pubblica, ottenuta proprio grazie a Caianiello.
Saporiti, dopo l’interrogatorio dei giorni scorsi, è tornata libera, perchè il giudice ha revocato per lei la misura dell’obbligo di firma.
L’assessore aveva ottenuto un posto per la sorella Giovanna nel collegio sindacale di Alfa srl con emolumento annuale” di 4.686 euro lordi in cambio della successiva retrocessione del 10%, ossia 500 euro consegnati, il 26 giugno 2018, dalla donna a Caianiello all’HausGarden di Gallarate.
r.w.
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