IL SINDACO INDAGATO
«Se emergeranno miei errori pagherò»
Poliseno è sereno: «La città deve restare unita»

La voce è ferma e chiara come sempre. È lui a richiamare una volta trovata la telefonata persa sullo schermo del cellulare. «Sto bene dai, sono tranquillo - dice - non sono abituato a dover rispondere di questioni simili ma faccio il sindaco di una grande città e lo metto in conto».
Nicola Poliseno, primo cittadino di Cassano, rompe il silenzio dopo la notizia trapelata venerdì 30 ottobre a proposito dell’iscrizione del suo nome, di quello del vicesindaco Osvaldo Coghi e di altre otto persone nel registro degli indagati con accuse a vario titolo per turbativa d’asta, abuso d’ufficio e corruzione.
Il momento dell’unità
«Non sarò un elemento di divisione - dice il sindaco - la città ha bisogno di essere unita e farò di tutto perché continui a esserlo. Se nell’iter procedurale emergerà che ci sono stati degli errori miei, pagherò in maniera chiara e ineludibile, a livello politico e giudiziario. Nel momento in cui fosse conclamato che ho sbagliato è normale che non meriterei di continuare a essere sindaco. Ma oggi sono sereno».
Poliseno sarebbe dunque pronto a un passo indietro se l’esito delle indagini appena partite lo richiedessero. Ma non oggi, non senza elementi che dimostrino colpe.
A carte scoperte
«Le persone sono libere di criticarmi, ma prima di parlare bisogna capire, informarsi - va avanti il capo dell’esecutivo - «Chiedo di non buttare via tutti questi anni in cui ci siamo conosciuti». Diciotto, per la precisione, da quando ha cominciato a fare politica. «Sono abituato a questo stile: sempre a carte scoperte, alla luce del sole. Per questo a breve ci sarà una riunione di maggioranza e chiederò al presidente del consiglio comunale di convocare l’assemblea con all’ordine del giorno quanto accaduto in modo che io possa spiegare che cosa è successo».
A disposizione
La guardia di finanza era arrivata in municipio venerdì mattina e aveva perquisito alcuni uffici. A disposizione degli operatori Poliseno ha messo il proprio telefono cellulare e alcuni documenti. All’attenzione anche il faldone relativo all’operazione urbanistica che ha portato all’apertura del supermercato Lidl. «Sono in attesa di capire quale sia il capo di imputazione - va avanti il sindaco - ho già dato mandato al mio avvocato di informare le autorità che sono a completa disposizione da subito».
Momento critico
Intanto, ad ogni modo, la barra resta dritta sulle priorità che riguardano la città. «Continuerò con la stessa intensità e la stessa energia a preoccuparmi della città. Ho una missione e la porto avanti», sottolinea. A cominciare dalla gestione dell’emergenza sanitaria: «Farò il possibile per non far chiudere le scuole. Questa vicenda non distrae la mia attenzione».
La Lidl non c’entra
Non si è ancora rivolto a un avvocato, invece, il numero due della giunta di Palazzo Mazzucchelli, Osvaldo Coghi. «Mi riservo di capire la questione - spiega - ma non ho nulla da rimproverarmi, sono sereno. Male non fare, paura non avere».
Dal vicesindaco, tuttavia, arriva una precisazione a proposito delle indagini: «Per come leggo io, la mia parte non riguarda la Lidl», fa sapere. L’amarezza si sente nel tono di voce. «Quando sono entrato in politica mi hanno detto che mi sarei dovuto aspettare problemi. Spiace non aver fatto percorso netto fino alla fine». Le dimissioni non sono al momento un’opzione: «Capiamo prima la questione - dice Coghi - detto questo, la mia delega è nelle mani del sindaco».
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