L’ADDIO
Poliseno abbandona Forza Italia
«Il partito ha abbandonato i veri amici»

Nicola Poliseno sbatte ancora la porta e per la seconda volta se ne va da Forza Italia. Ma questo, a leggere il risoluto messaggio inserito nella chat del partito prima di abbandonarla, è l’addio definitivo a un mondo nel quale si è sentito sempre a casa. Almeno fino allo strappo - il primo - per la scelta del candidato sindaco che lo ha visto nuovamente vincente a discapito degli amici forzisti che hanno preferito puntare sull’alleanza con la Lega uscendone con le ossa rotte. Perché la vittoria piena al primo turno e bulgara al ballottaggio di Pietro Ottaviani (candidato dal Poliseno ancora incaricato dal provinciale di tenere le trattative con il resto del centrodestra, confermato da fuoriuscito e, di fatto, suo alter ego nella successione) non soltanto ha causato la sconfitta del forzista Osvaldo Coghi (nome gradito ai leghisti), ma ha anche polverizzato l’esperienza berlusconiana a Cassano Magnago.
Il capitale elettorale
Del resto, come ricorda, «per scelta» nel suo doppio mandato non ha «mai fatto vita di partito attiva» volendo essere «il sindaco di tutti senza tessera», non rinnegando provenienza politica e principi ispiratori. In più lo aveva detto due settimane fa a successo acquisito: FI, qui, sarebbe dovuta andare a patti con lui. Se non altro, per quel capitale elettorale (28,4% la Lista civica Poliseno al debutto) che incarna. Non è stato così. Quindi, dà un’altra scossa di terremoto a un centrodestra che in provincia di Varese ha, ora, un motivo in più per aprire un confronto interno. Si ricordi che con Ottaviani, quindi contro Lega e Forza Italia, ha vinto anche Fratelli d’Italia.
Percorso bizzarro
Ma perché chiudere l’esperienza iniziata in gioventù? Perché per lui il partito ha ormai intrapreso un «percorso bizzarro rispetto a una strada sicura e tracciata da anni». Motivo sufficiente, dopo attenta riflessione, poco prima di lasciare la chat nella quale si trova pure il commissario provinciale Giacomo Caliendo, per esprimere tutta la propria amarezza nel momento dell’addio. A esempio: «La strategia adottata dal direttivo provinciale di Forza Italia sulle elezioni di Cassano è stata folle e mi piacerebbe comprendere se dal disastro avvenuto siano state prese misure correttive per il futuro, per non commettere errori così grossolani e devastanti per un movimento che si erge a essere ago della bilancia del centrodestra». Oppure: «Questo partito a Cassano si abbraccia con la Lega (per 10 anni all’opposizione insieme con il Pd), che fa un mese e mezzo di campagna elettorale denigratoria, che attacca le persone, che mi dà del burattinaio e del corrotto, che alimenta lo scontro. Vuol dire che ha condiviso tutto, anche il destino scelto della terribile, storica e meritata sconfitta elettorale». O ancora: «Un partito che ha scelto di “abbandonare” i suoi veri amici e non è in grado di leggere lo scenario politico non può essere il mio partito».
La citazione
Non sono sassolini tolti dalle scarpe. Sono macigni. Non è un breve messaggio, è una lettera d'intenti l’ultimo scritto da forzista di Poliseno. La conclusione è una citazione. E vale l’annuncio di nuove prospettive per chi ha capito prima degli altri l’importanza della componente civica in un Comune e ne ha saputto trarre risultati amministrativi. «Come diceva Rita Levi Montalcini: “Qualunque decisione tu abbia preso, per il tuo futuro, sei autorizzato, e direi incoraggiato, a sottoporla a un continuo esame, pronto a cambiarla, se non risponde più ai tuoi desideri», saluta dunque. «Oggi (ieri, domenica 10 luglio, ndr) per tutto quello che vi ho scritto devo anche uscire da questa chat e dai gruppi, perché ho altri progetti da seguire». Indicazione che, nel centrodestra, non può passare inosservata.
Più convinti
E Caliendo? Praticamente immediata, sebbene ad abbandono avvenuto, la sua replica. Nella quale, ricordando lo stupore («Restammo scioccati») per lo strappo elettorale dopo aver accettato l’incarico di occuparsi del partito al tavolo delle trattative, rimarca: «Fummo costretti a privilegiare la scelta di centrodestra. Per quanto concerne la domanda se abbiamo riflettuto, la risposta è che oggi siamo ancora più convinti della scelta operata, perché le idee politiche si portano avanti indipendentemente dai risultati elettorali». Anche se - innegabile - questi pesano. E parecchio.
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