L’ARRESTO
Coca dal Belgio: «Io, un povero corriere»
Il castanese arrestato si difende davanti al giudice

«Era la prima volta che trasportavo droga, l’ho fatto perché io e la mia famiglia siamo in serie difficoltà economiche»: ieri mattina l’ex piastrellista di Castano Primo Andrea Sambagini è stato interrogato in carcere dal gip Luisa Bovitutti e ha ammesso le sue responsabilità, confidando di aver compreso la gravità del reato commesso.
Perché trasportare dal Belgio 15 chili di cocaina non è propriamente una quisquilia. Ma, difeso dall’avvocato Marco Ravagnani, il quarantaseienne ha voluto precisare più di una contestazione. «Non avevo la minima idea di quanta droga fosse nascosta nella Range Rover. Sapevo solo che avrei dovuto portarla fino a Castano». E infatti, domenica mattina, gli investigatori del commissariato di via Ugo Foscolo l’hanno sorpreso a pochi metri da casa sua, appena rientrato dal viaggio con la moglie e il più piccolo dei quattro figli, un bambino che frequenta le elementari. «Mia moglie era ignara di tutto, credeva si trattasse di una semplice gita, mi ha solo accompagnato», ha dichiarato scagionando così la moglie che, a sua volta, è stata denunciata a piede libero.
Dunque, secondo la versione che l’indagato ha offerto al giudice, qualcuno gli avrebbe proposto l’opportunità di guadagnare 2mila euro con un trasporto organizzato nei dettagli da personaggi ignoti. «Tutti sanno che abbiamo grossi problemi economici, mi hanno chiesto di fare da corriere e io stupidamente ho accettato. Non l’avevo mai fatto prima e i soli 2mila euro che ho ricevuto come compenso mi sono stati sequestrati domenica dalla polizia. E il risultato è che ora mia moglie non può neppure pagare l’affitto».
Già, perché la villetta in cui vive Sambagini gli è stata pignorata e poi concessa in affitto, al culmine di un declino economico iniziato con la chiusura della sua attività imprenditoriale. I cartelli della droga sanno che pescando nel bacino dell’indigenza qualcuno abbocca sempre. Ma il castanese non ha saputo dare riferimenti di sorta sui soggetti che l’hanno contattato e che gli hanno commissionato l’incarico, men che meno ha rivelato a chi fossero destinati i 15 chili di cocaina sequestrati dalla polizia.
Nel fine settimana sarebbe quindi partito con moglie e figlio a bordo di un’auto fornita dai narcotrafficanti, arrivato in Belgio avrebbe trovato la Range Evoque già carica in un posto convenuto e avrebbe subito fatto ritorno a Castano dove qualcuno sarebbe passato a prendersi il suv.
Chi, come, cosa, dove, quando? «Questo è un genere di domande che nessuno farebbe in questi contesti e non le ha fatte neppure il mio assistito. È un semplice corriere che ha accettato il lavoro per pochi soldi e che non si sarebbe mai arricchito su questo business», spiega l’avvocato Ravagnani. «Sono circolate versioni fantasiose su un presunto tenore di vita elevato ma la verità è che lui e la famiglia versano in una pesante crisi economica e non sanno come tirare avanti». Il legale ha chiesto gli arresti domiciliari, il giudice Bovitutti scioglierà la riserva nei prossimi giorni.
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