IL CASO
Nuova minaccia a Pignatiello
Merlo morto davanti alla casa del sindaco, che presenta l’ennesima denuncia: «Non ho paura»

«Mai avrei pensato di dovere ancora denunciare atteggiamenti mafiosi e fascisti indirizzati a me e alla mia famiglia», afferma più sconsolato che risentito il sindaco Giuseppe Pignatiello.
Invece, tornano con impressionante regolarità: «Ormai in questi 6 anni mi hanno minacciato una dozzina di volte, ed il mio unico rammarico è che a vivere questo terrorismo disgustoso è soprattutto la mia famiglia».
È dai suoi primi esordi con la fascia tricolore a tracolla che Pignatiello registra episodi che hanno dell’inquietante e che colpiscono ora la sua abitazione ora la sua automobile. L’ultimo è di qualche giorno fa: «Un orrendo episodio che non auguro a nessuno, ha vilmente colpito la mia famiglia e il sottoscritto. Un macabro, davvero macabro messaggio intimidatorio mi è stato lasciato in casa mia, proprio davanti alla finestra», dice Pignatiello, che incalzato da domande sui particolari, vinte le naturali reticenze che possono seguire a visioni particolarmente sgradevoli, comincia a spiegarsi un po’ meglio. «Era la carcassa di un animale morto. Esattamente un uccello e direi che fosse un merlo a giudicare da quel che ne rimaneva. Non era certo morto da poco anzi, era in avanzato stato di decomposizione, davvero escludo che qualche altro animale, magari un gatto randagio possa averlo portato lì. No, deve avercelo portato qualche malintenzionato». Anche perché non è la prima volta che qualcuno gli manda segnali.
Esattamente un anno fa, proprio di questo periodo, a venire prese di mira furono due ruote della sua macchina, tagliate di netto mentre era parcheggiata nelle prossimità del centro storico. E prima ancora striscioni insultanti e altri insulti in busta anonima durante la campagna elettorale, frastuoni notturni, messaggi deliranti legati ad ortaggi, in particolare finocchi, trovati alla soglia di casa: «Ci fu addirittura un sacchetto di iuta con dentro un detonatore che forse per un errore o un ripensamento di chi ce lo lanciò in giardino non ha finito per prendere e dare fuoco». Da non dimenticare, poi, il falso profilo Facebook a nome del sindaco con i “leoni da tastiera” avevano infarcito il web di commenti inopportuni. Benché non abbia mai mancato di formalizzare denunce, compreso quest’ultimo caso, gli autori di tali minacce sono tuttora anonimi anche se Pignatiello non nasconde i suoi sospetti: «Guarda caso, giusto a pochi giorni da una mia presa di posizione in merito ai fatti del settembre 2015, mi ritrovo a fare i conti con questa nuova intimidazione». Mese poi destinato a ricorrere, il settembre di 6 anni fa fu particolarmente animato per Castano, perché si svolse un’adunata nazionale di Casa Pound, che ottenne in concessione la tenso-struttura con l’inganno senza che il Comune riuscisse a impedirlo. Le prime minacce fisiche a Pignatiello in quel contesto direttamente dal capo nazionale dei “fascisti del terzo millennio”, contro il quale venne sporta denuncia. Benché di quella denuncia non sappia più nulla da allora, il sindaco non demorde: «Continuerò a denunciare a testa alta e schiena dritta, perché non ho nulla da temere».
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