IL BRACIERE
Castellanza, fiaccole e preghiere per Mirella
Occhi gonfi e volti rigati dalle lacrime ieri a Palazzo Brambilla

Fiaccole. Preghiere. Commozione. Sono stati i ragazzi dell’oratorio ad accendere il braciere nel cuore di Palazzo Brambilla: hanno portato dal pellegrinaggio il fuoco della vita per rendere omaggio al sindaco di Castellanza, Mirella Cerini morta d’infarto il 25 aprile scorso. «Grazie Mirella» hanno detto con gli occhi gonfi, i volti rigati dalle lacrime i giovani dell’oratorio riunitisi nel tardo pomeriggio nel cortile del municipio. E hanno pregato tutti insieme, con i genitori e il fratello in prima linea. Il compito più gravoso a Cristina Borroni, che da vicesindaco si è ritrovata sindaco: con lei il comandante della polizia locale Francesco Nicastro e Claudio Caldiroli.
LE PREGHIERE E IL RICORDO
La voce di tutti ha fatto fatica a uscire, rotta, nel recitare l’Ave Maria, ma soprattutto l’Eterno riposo. Rotta dalla commozione anche la voce di don Jacopo Aprico che è stato vicino ai giovani: «Sono stati quattro giorni di fraternità e condivisione (quelli del pellegrinaggio, nda), sono stati giorni pesanti con il difficile pensiero legato alla morte di Mirella Cerini». Ha sottolineato poi ricordando il sindaco Cerini: «Il nostro è un semplice passaggio. Vogliamo essere vicini a chi ha vissuto un lutto così grande. Era una donna disponibile, sempre presente quando c’era da aiutare l’oratorio. Non faceva mancare il sostegno a iniziative, eventi, giochi e tutte le occasioni di crescita e umana dei nostri giovani».
FIORI E DISEGNI
Una commozione condivisa da oltre un centinaio di persone, dai carabinieri in pensione alla squadra di calcio della città e ai tantissimi cittadini: si sono tutti ritrovati per la prima volta dalla morte all’ombra delle bandiere a mezz’asta listate a lutto. Ogni giorno qualcuno porta fiori freschi, li appoggia al cancello di ingresso. Ieri è comparso un disegno appoggiato con delicatezza in memoria del sindaco: lavoro di un bambino o di una bambina, colpiti dalla morte del sindaco. Restando fermi a osservare nei pressi dell’ingresso laterale del Comune, in molti, passando in auto, rallentano, si fermano come a lasciare un saluto in segno di rispetto.
IL MALORE FATALE
La morte del sindaco Cerini è una tragedia che nessuno si sarebbe mai aspettato lo scorso 25 aprile, al termine della cerimonia pubblica. Cerini, con ancora indosso la fascia tricolore, aveva detto di non sentirsi bene, tanto da andare nel suo ufficio a prendere qualcosa di caldo. Ma in ufficio non è mai arrivata. Non ha fatto neppure in tempo ad aprire la porta: si è accasciata ed è morta proprio una paio di passi prima in quel quadrato di passaggio che unisce il cortile all’edificio, nascosta da piante e fiori. A ritrovarla, priva di vita, è stato un agente della polizia locale. Probabilmente stroncata da un infarto, non ha avuto il tempo di chiamare aiuto. Uno choc per tutta Castellanza: era un sindaco amatissimo. Come ha detto un dipendente comunale in lacrime: «Ho conosciuto tanti sindaci, ma come lei non c’era nessuno. Con il suo sorriso, gentilezza e forza. Mirella era unica».
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