L’INCHIESTA
Presa la banda dei furti in casa
Arrestati 17 albanesi: agirono nel Varesotto e tentarono di investire i carabinieri

È stato assicurato alla giustizia, all’alba, l’albanese che, mentre tre connazionali erano alle prese con un furto in un’abitazione in una zona residenziale di Castellanza, la sera del 13 maggio scorso cercò di investire i carabinieri del nucleo operativo e radiomobile della compagnia di Busto Arsizio, dopo aver speronato violentemente la pattuglia.
L’aspirante investitore è finito in manette al pari di altri 16 suoi connazionali, ora accusati di una sessantina di furti in abitazione avvenuti nel breve volgere di quattro mesi tra basso Varesotto (si parla complessivamente di 17 colpi), Milanese e Brianza. Le indagini coordinate dalla Procura di Monza e condotte dai carabinieri della tenenza di Paderno Dugnano e dei nuclei operativi e radiomobili delle compagnie di Sesto San Giovanni e Abbiategrasso, hanno portato alla luce e smantellato tre differenti gruppi criminali “made in Albania”, i cui componenti dovranno rispondere, a vario titolo, di concorso in furto in abitazione, ricettazione e detenzione illegale di armi e munizioni e di tentato omicidio.
Era notte fonda quando una pattuglia di carabinieri di Busto individuò un’utilitaria blu che, da giorni, era segnalata da residenti della zona perché presente su diverse “scene del crimine” per furto. Quando i militari si avvicinarono all’auto sospetta, dopo aver ricevuto una telefonata dalla centrale con la richiesta di aiuto da parte dei proprietari di un appartamento che avevano sentito strani rumori in salotto, il conducente mise in moto, e dopo aver accelerato, speronò l’auto di servizio spostandola sull’asse della carreggiata. Nel momento in cui i carabinieri scesero dalla macchina per valutare i danni, l’autista della vettura incriminata, invece di allontanarsi, si lanciò contro di loro a folle velocità. Fortunatamente i militari riuscirono a evitare l’investimento per un soffio buttandosi a terra. Mentre altre auto dei carabinieri sopraggiungevano sul luogo di quella che avrebbe potuto trasformarsi in una tragedia, tre uomini con il volto coperto da un passamontagna erano nel frattempo usciti dal condominio dal quale era partita la telefonata che segnalava la presenza di ladri in un appartamento, uno dei quali estrasse dal giubbotto qualcosa che, almeno da lontano, avrebbe potuto essere una pistola.
I tre volevano evidentemente salire a bordo della vettura guidata dal complice ma, non riuscendoci, un paio si diede alla fuga a piedi verso una vicina area boschiva, mentre un terzo salì a bordo della macchina del “palo”, che poi tentò di centrare di nuovo i carabinieri. A quel punto, i militari, temendo il peggio, esplosero alcuni colpi di pistola in aria e ai pneumatici dell’auto, senza però riuscire a colpirli.
La banda, che aveva tre basi operative a Cesano Maderno (Monza e Brianza), Melegnano e Abbiategrasso (Milano), utilizzava autovetture di grossa cilindrata intestate a prestanome o con targhe clonate. A dare il là alle indagini una serie di movimenti sospetti di auto notate all’interno del parcheggio di un centro commerciale a Paderno Dugnano.
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