IL RAGGIRO
Gioielli falsi: truffato in ospedale
Anziano di 87 anni derubato di quasi mille euro dal vicino di letto

«Quando ho conosciuto il mio compagno di stanza, non avrei mai immaginato che fosse un truffatore». Sconcertato e amareggiato, Giuseppe Marchica, 87 anni, non riesce a capacitarsi di essere stato beffato da quell’uomo di mezz’età, dietro il cui volto si nascondeva un manipolatore e un ladro. Un uomo, peraltro, conosciuto assolutamente per caso, anzi in una situazione particolare in cui di solito, fra vicini, ci si dà una mano.
Il malvivente se l’è infatti fatto amico durante la degenza ospedaliera e, una volta uscito, è riuscito a rifilargli gioielli taroccati intascando mille franchi svizzeri e sparendo.
Tutto ha avuto inizio all’ospedale di Saronno, dove il castellanzese è rimasto ricoverato alcuni giorni: «Ho fatto subito amicizia col mio compagno di stanza, che mi sembrava una persona a modo, gentile e sincera», racconta oggi con rammarico l’anziano: «Mi ha chiesto il numero di telefono, dicendomi che mi avrebbe chiamato quando avessero dimesso anche lui». La chiamata è effettivamente arrivata qualche giorno dopo e i due si sono incontrati in un bar di Castellanza per bene un caffè: «A un certo punto mi ha detto che doveva parlarmi e siamo entrati nella mia macchina», prosegue il racconto: «Era credibile mentre mi riferiva di un suo amico che, poveretto, stava chiudendo la sua oreficeria in crisi per il Covid. Tirando fuori un sacchetto con diversi gioielli, mi ha detto che stava cercando di venderli per conto suo per aiutarlo: mi ha chiesto 500 euro e io, pensando che fossero veri, ho accettato».
Marchica, però, non aveva contanti in euro ma solo un biglietto di mille franchi svizzeri: «Volevo il resto, ma lui non aveva soldi con sé. Così mi ha promesso che ci saremmo rivisti e mi avrebbe portato la metà del denaro e le certificazioni di garanzia dei gioielli». Insomma, pur in una situazione abbastanza surreale, non è così difficile pensare che due persone che sono in qualche maniera divenute amiche, o che comunque sono entrate in una certa confidenza, si comportino con fiducia.
Ebbene, il truffatore lo ha incontrato una seconda volta al Buon Gesù, ma non aveva né i certificati originali di autenticità né i soldi: ha inventato qualche scusa sui due piedi, assicurando che gli avrebbe dato tutto in un’altra occasione, come se volesse tenerlo a bada ancora per qualche giorno.
Da allora però il castellanzese non lo ha più sentito: al telefono e ai messaggi non rispondeva, così l’anziano gli ha scritto che se non si fosse fatto vivo entro due giorni sarebbe andato dai carabinieri; per tutta risposta, l’altro lo ha avvertito che lo stava diffamando e che «ti farò passare dei guai».
Marchica, appurato che i bracciali, le collane e gli anelli erano falsi, in pratica dei ciondoli di nessun valore, ha effettivamente sporto denuncia ai carabinieri, fornendo il numero di telefono e il contenuto dei messaggi WhatsApp che i due si erano scambiati in quei giorni: «Ho voluto raccontare la mia storia - spiega adesso - per mettere in guardia le persone anziane come me. È facile farsi abbindolare da questi personaggi che ti si fanno amici, con proposte che sembrano allettanti».
Il castellanzese va contro tendenza rispetto ai tanti truffati che, per vergogna, non raccontano nemmeno in famiglia di essere stati raggirati: «Non me lo spiego», confessa. «Sono persino arrivato a pensare che quell’uomo mi abbia intontito con qualche sostanza».
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