IL RAGGIRO
Il bonifico fantasma, l’intimidazione. E l’auto “vola via”
Ha colpito anche nel Varesotto la banda di truffatori indagata a Milano. Il caso di Castiglione Olona

Ha colpito anche nel Varesotto la banda di romeni capitanata da un trentottenne a cui viene ora contestato il reato di associazione a delinquere finalizzata alla truffa e all’estorsione nell’ambito della compravendita delle auto usate. Se il capo è stato messo agli arresti domiciliari su ordine della gip del Tribunale di Milano Sara Cipolla, per gli altri suoi connazionali è stata emessa la misura dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.
IL BONIFICO “FANTASMA”
Secondo quanto accertato dalla Guardia di Finanza del capoluogo lombardo, gli indagati contattavano via web il venditore di turno e acquistavano da lui l’auto con un bonifico bancario, che si provvedeva poi sistematicamente ad annullare una volta perfezionato il passaggio di proprietà della vettura al Pra. In sostanza, i malcapitati di turno - soprattutto in provincia di Milano, ma anche in Brianza, nel Varesotto e nell’Alessandrino - avevano in mano la copia del bonifico, ma era praticamente carta straccia, perché l’operazione di pagamento non era stata avviata nei circuiti bancari. Per di più, le auto erano immediatamente rivendute a terzi, ignari delle precedenti pratiche illecite, e i proventi delle truffe erano altrettanto rapidamente trasferiti su conti correnti esteri.
IL CASO DI CASTIGLIONE OLONA
L’analisi dei dati del Pra ha permesso di accertare non meno di 250 passaggi di proprietà con queste modalità nel solo biennio 2022-2023. I raggiri erano talvolta commessi anche con modalità estorsive. Come è successo nel gennaio di due anni fa a una donna di Castiglione Olona. Dopo aver messo un annuncio on line per vendere una Renault Clio usata, si era accordata con uno dei romeni della banda concordando un prezzo di vendita di novemila euro. Dopo una prima caparra di 500 euro andata a buon fine, il romeno le aveva detto di aver effettuato un bonifico di 8.500 euro dal suo conto. Peccato che questo bonifico tardasse a essere accreditato. Per questo, si era lamentata con l’acquirente. Quest’ultimo, però, si era alterato e le aveva detto che sarebbe stato meglio effettuare al più presto il passaggio di proprietà, altrimenti lei stessa gli avrebbe dovuto versare i novemila.
L’INTIMIDAZIONE
L’intimidazione aveva funzionato così bene che la donna, intimidita, aveva subito formalizzato il passaggio di proprietà. Senza ricevere quel che le spettava. La stessa macchina oggetto dell’estorsione era stata poi rivenduta a tempo di record dal romeno ad una concessionaria di Monza, ignara dell’estorsione, per poco più di 5.000 euro, in modo da ostacolare l’identificazione della provenienza delittuosa del veicolo. Qualcosa di simile è successo a un luinese, nel luglio 2022. Nel vendere on line la sua Audi, anche lui si era imbattuto in tre romeni della banda che, dopo aver effettuato il passaggio di proprietà, avevano lamentato un non meglio precisato problema al motore. Passaggio successivo, ecco poi le minacce al venditore e ai suoi familiari al solo scopo di farsi restituire 2.500 euro, quasi la metà della somma pattuita per la compravendita.
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