L'INCHIESTA
Castiglioni libero. A Varese
Revocati dopo 5 mesi gli arresti domiciliari. Ma l'imprenditore non può lasciare la città
Gianfranco Castiglioni non è più "prigioniero in casa". Il gip Stefano Sala ha infatti revocato la misura degli arresti domiciliari (revoca sulla quale non ha espresso riserve neppure il pm titolare dell'inchiesta, Agostino Abate) all'imprenditore varesino, al centro di una vera e propria bufera giudiziaria da metà giugno, quando fu arrestato dalla Guardia di Finanza nell’ambito di un’indagine su una presunta maxifrode fiscale. Accolta la richiesta dell’avvocato Cesare Cicorella. Il gip ha preferito mantenere comunque una misura "soft" a carico di Castiglioni, che è libero di muoversi come vuole ma solo nell’ambito della città di Varese, visto che per lui rimane il cosiddetto obbligo di dimora.
L’indagine intanto va avanti, ma evidentemente la Procura di Varese non ritiene che l’imprenditore possa costituire un ostacolo agli accertamenti in corso, e tantomeno che possa fuggire o reiterare i reati di cui deve rispondere.
Già a metà settembre un altro gip varesino, Giuseppe Battarino, aveva accolto un’istanza presentata dall’avvocato Cicorella. E l’imprenditore era rimasto sì agli arresti domiciliari, ma aveva avuto il permesso di parlare con "terzi".
Sempre in quei giorni era tornato in libertà uno dei figli di Castiglioni, Davide, anche lui coinvolto nell’inchiesta. A settembre l’avvocato Cicorella aveva spiegato che Castiglioni è più che mai determinato ad affrontare le difficoltà e sta facendo di tutto per continuare a garantire i posti di lavoro. "Abbiamo presentato un ricorso avverso il provvedimento restrittivo - aveva detto allora il legale -, proprio perché in questo momento così delicato l’esigenza primaria è quella di poter continuare a garantire il lavoro ai dipendenti del gruppo".
Secondo gli inquirenti il profitto della maxifrode sarebbe pari a 63 milioni di euro.
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