SICCITÀ
Cazzago, lago basso: allarme dei pescatori
I pesci non riescono a riprodursi nei canneti. E le anatre senza riparo sono preda delle volpi

«Con questa lunga mancanza di pioggia si assiste a un cambiamento totale nelle acque del lago di Varese». Gianfranco Zanetti, pescatore professionista, esterna la sua preoccupazione in questo momento di grande siccità che non colpisce solo il livello delle acque (sono 47/48 i centimetri sotto il livello 0), ma soprattutto il canneto. «È in secca completamente, non esiste più», continua, consapevole che gli spazi un tempo occupati da questo ambiente ricco e particolare si sono notevolmente ridotti e limitati alla foce della Brabbia fino a Cazzago e a Groppello.
«È il polmone del lago. Se mancano i piccoli manca anche il nutrimento per le specie ittiche più grosse». Non senza dimenticare i predatori, i siluri e i cormorani.
I primi a non nascere, se continua la situazione di secca, saranno i lucci: l’acqua è troppo bassa, così non si crea la situazione adatta per la riproduzione. «Il canneto così ridotto in secca non permette nemmeno la presenza delle anatre che vengono predate dalle volpi sempre in agguato - osserva Zanetti - Sono inoltre disturbate dai cani senza guinzaglio di proprietà degli utenti della pista ciclopedonale che passa nell’area adiacente».
Il pescatore evidenzia quindi la necessità d’acqua piovana soprattutto per creare un ricambio e quindi renderla più dolce e più calda. Così viene agevolata la frega.
Ernesto Giorgetti, altro pescatore professionista del lago di Varese, cazzaghese, coglie un ulteriore aspetto inerente al basso livello delle acque e pone l’accento sul fatto che crea difficoltà nell’approdo delle barche. Ma preferisce soffermarsi sul sollievo da lui provato quando l’altra settimana c’è stato un forte abbassamento delle temperature: quelle giornate rigide hanno favorito l’ossigenazione delle acque, oltre i 20 metri. «Avevo paura che col troppo caldo di questa stagione anomala ciò non avvenisse», spiega. Chiedergli della pesca, significa ricevere una risposta drastica: «La pesca non esiste più. Non esistono neanche più quasi i pescatori. Siamo rimasti in tre anziani. È da 40 anni che insisto perché ci sia un ricambio con i giovani».
Il terzo pescatore, Luigi Giorgetti, detto il “Negus”, come Ernesto pesca sulla riva bassa, la riva sud del lago. Significa, quindi, che deve inoltrarsi per oltre un km sul lago con la barca. Evidenzia come le acque in questo periodo in superficie siano pulitissime, ma quando vengono sollevate le reti queste appaiono sporche e nere. Un segnale preoccupante che lo disturba molto.
Il problema della siccità riguarda ovviamente anche il lago Maggiore.
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